Per ovviare alla carenza di manodopera, un atto parlamentare del senatore liberale Damian Müller propone incentivi fiscali ai dipendenti occupati a tempo pieno.
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tvsvizzera.it/spal con RSI (Seidisera)
La mancanza di manodopera qualificata è uno dei principali crucci delle imprese nostrane. Intanto si moltiplicano le proposte per risolvere il problema, soprattutto in vista del pensionamento, nei prossimi anni, dei babyboomer, nati nel periodo del boom economico.
L’ultima, in ordine di tempo, è quella di creare degli incentivi fiscali per chi lavora a tempo pieno.
L’idea è quella di permettere a chi lavora a tempo pieno di dedurre un importo fisso dal reddito imponibile. Si parla di una cifra massima simile a quella versata nel terzo pilastro, che attualmente è di poco più di 7’000 franchi.
La proposta è del consigliere agli Stati liberale Damian Müller ed è sostenuta anche da Severin Moser, il nuovo presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, che ricorda come il nostro sistema fiscale, con una tariffa progressiva, non fa alcuna differenza se qualcuno lavora al 50 o al 100 per cento.
Moser, in un’intervista al Tages Anzeiger, sostiene che se le persone lavorano solo tre o quattro giorni alla settimana, una tendenza che si nota nelle giovani generazioni, il problema della mancanza di manodopera si accentuerà. Ribadisce quindi la necessità di creare incentivi fiscali, ad esempio, tassando meno chi lavora più del 50 per cento.
Incentivi proporzionali al grado di occupazione
Severin Moser si spinge ancora più in là con le proposte per favorire l’occupazione a tempo pieno: vedrebbe infatti di buon occhio un maggiore sostegno dello Stato agli asili nido, affinché le coppie con figli possano lavorare di più senza dover spendere un capitale per l’accudimento dei figli.
Per Moser, però, gli incentivi dovrebbero essere riservati solo alle famiglie che presentano un certificato attestante una percentuale occupazionale complessiva, ad esempio, del 160 o 180 per cento. Chi lavora al 120 per cento non dovrebbe invece godere di questi incentivi statali.
In sostanza, per risolvere il problema della mancanza di manodopera in Svizzera gli imprenditori vorrebbero sfruttare meglio la forza lavoro già presente nel nostro Paese.
Governo federale scettico
Non tutti sostengono e condividono un tale approccio però, a iniziare dal Consiglio federale che, in risposta a una mozione di Damian Müller, condivide di principio la necessità di sfruttare meglio il potenziale di manodopera disponibile in Svizzera. Ma l’idea del bonus fiscale non convince il Governo, poiché causerebbe minori entrate fiscali.
Anche Dina Pomeranz, economista dell’Università di Zurigo, sentita dalla Neue Zürcher Zeitung, è contraria a questa detrazione fiscale perché ritiene che lo Stato andrebbe a interferire nella gestione della famiglia.
L’economista sottolinea che se in una coppia oggi una persona lavora al 60% e l’altra all’80%, in futuro, per godere di questo incentivo, la coppia potrebbe decidere una divisione diversa, ossia una al 40 e l’altro al 100%, andando a favorire il modello familiare tradizionale.
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