La violenza contro i bambini deve essere espressamente vietata

Il Consiglio federale fa un ulteriore passo avanti nella lotta contro la violenza sui bambini: vuole ancorare esplicitamente il principio dell'educazione non violenta nel Codice civile svizzero. Oltre agli schiaffi e alle altre punizioni corporali, sono compresi anche gli abusi psicologici.
L’Esecutivo ha annunciato mercoledì l’apertura di un processo di consultazione per una corrispondente modifica del Codice civile (CC). L’obiettivo è quello di rafforzare in particolare i processi di prevenzione.
Già secondo il diritto vigente non è consentito ricorrere alla violenza contro i bambini nel contesto educativo familiare, ricorda l’Esecutivo, aggiungendo che i minori sono tutelati dal diritto penale. Di recente il legislatore ha inoltre esteso i diritti e gli obblighi di avviso in caso di minaccia al bene del minore, rafforzando la protezione del bambino sul piano civile.

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Un’educazione senza schiaffi
Secondo il comunicato stampa, la nuova disposizione dovrebbe indicare esplicitamente che i genitori devono educare figli e figlie “senza ricorrere a punizioni fisiche e ad altre forme di violenza degradante”. Si tratta di un principio guida e di un chiaro segnale che la violenza non sarà tollerata. Il processo di consultazione durerà fino al 23 novembre 2023.
L’importanza della prevenzione
Parallelamente, nel suo progetto il Consiglio federale vuole rafforzare la prevenzione. Le attuali offerte di consulenza e aiuto per genitori e figli, in parte differenti a seconda della regione, vanno ampliate e l’accesso a esse va migliorato, scrive.
I Cantoni sono chiamati a provvedere affinché, in caso di difficoltà nell’educazione, vi siano sufficienti consultori a disposizione delle persone interessate, allo scopo di offrire consulenza preventiva a genitori e figli sulle questioni educative e, se necessario, fornire sostegno per risolvere i conflitti.
Stando a diversi studi effettuati a livello internazionale, il radicamento dell’educazione non violenta nella legge consente di modificare durevolmente il comportamento educativo dei genitori e ridurre l’accettazione della violenza, conclude il Consiglio federale.

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