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La Svizzera resta esclusa dalle esercitazioni NATO

Esercitazione Nato in Georgia.
Esercitazione Nato in Georgia. Keystone / Zurab Kurtsikidze

La politica elvetica in tema di riesportazione delle armi all’Ucraina ostacola l’avvicinamento di Berna all’Alleanza atlantica.

Nonostante gli sforzi diplomatici della Confederazione, che con lo scoppio del conflitto in Europa dell’Est sta rivedendo la sua strategia nell’ambito della sicurezza nazionale, la Nato non intende intensificare la collaborazione militare tra le due parti.

Un chiaro stop è giunto mercoledì da Bruxelles che in concreto non vuole consentire alle forze armate elvetiche di partecipare più spesso a esercitazioni dell’alleanza militare. In proposito il Segretario generale Jens Stoltenberg ha sottolineato che “diversi alleati hanno espresso riserve perché la Svizzera non ha permesso di trasferire munizioni all’Ucraina”. A causa di questo divieto, ha precisato l’esponente della NATO ai media elvetici, alcuni Stati membri faticano a immaginarsi esercitazioni con la Svizzera.

Una posizione in contraddizione con gli sforzi della consigliera federale e ministra della Difesa Viola Amherd che proprio ieri, mercoledì, ha incontrato il Segretario generale della NATO allo scopo di informarlo del desiderio di rafforzare la collaborazione fra la Svizzera e l’alleanza atlantica.

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Foto d archivio con Stroltenberg e Amherd.

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La responsabile della difesa aveva sottolineato che Jens Stoltenberg si era mostrato aperto all’idea e lo stesso segretario generale ha confermato l’apertura della NATO in tal senso, ma il problema delle riesportazioni delle armi inviso a diversi Paesi Nato rimane.

“Non è una questione di neutralità, si tratta del diritto internazionale e del diritto all’autodifesa come sancito nella carta dell’ONU” e in quest’ottica, ha aggiunto il dirigente norvegese, l’Ucraina sta difendendo valori cari alla Svizzera come il diritto all’indipendenza e la sovranità.

Lo scorso settembre la Confederazione ha pubblicato un documento complementare al rapporto sulla politica di sicurezza del 2021, nel quale l’obiettivo del rafforzamento della cooperazione con l’Alleanza Atlantica, a seguito del conflitto armato in Ucraina, è espressamente menzionato.

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un Piranha III della Mowag.

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