La Svizzera presiede la riunione delle Nazioni Unite sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia
Una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, presieduta dal ministro degli Esteri svizzero Ignazio Cassis, ha discusso della precaria situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina.
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Keystone-SDA/Reuters/dos/mrj
Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, ha dichiarato martedì al Consiglio che “la situazione della sicurezza nucleare presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia […] continua a essere estremamente fragile e pericolosa”.
“Le attività militari continuano nella regione e potrebbero aumentare considerevolmente nel prossimo futuro”, ha dichiarato Grossi, che per mesi ha cercato di trovare un accordo per ridurre il rischio di un incidente catastrofico dovuto ad attività militari come i bombardamenti sulla centrale nel sud dell’Ucraina, occupata dalla Russia da più di un anno.
Il suo piano di cinque principi prevede che non vi siano attacchi all’impianto o da esso provenienti e che non vi siano ospitate armi pesanti come lanciarazzi multipli, sistemi di artiglieria e munizioni, carri armati o personale militare.
La Russia ha dichiarato che farà tutto il possibile per proteggere la centrale, ma non si è impegnata esplicitamente a rispettare questi cinque punti. Mosca nega inoltre di avere personale militare nella centrale.
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Doveri verso i civili
Cassis, che presiedeva la riunione nell’ambito della presidenza elvetica di un mese del Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato che la Svizzera accoglie con favore l’impegno costante dell’AIEA a proteggere le strutture nucleari civili in Ucraina.
“Siamo tutti consapevoli dei rischi per i civili quando una centrale nucleare si trova in una zona di guerra. È nostro dovere proteggere i civili”, ha dichiarato in direttore del dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). “Stiamo discutendo un approccio pragmatico e mirato. Sono convinto che questo sia un contributo importante in questa situazione di crisi”.
Durante la sessione, la Svizzera ha anche ribadito la sua condanna dell’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina e di qualsiasi attacco alle infrastrutture civili. La Confederazione ha inoltre nuovamente invitato Mosca a ritirare le proprie truppe dal territorio ucraino.
Un mese di presidenza elvetica
Quella di oggi è stata anche l’ultima seduta del Consiglio sotto la presidenza elvetica, che ha ricoperto questo ruolo per tutto il mese di maggio. Il consigliere federale Ignazio Cassi, presente a New York, ha detto che è stato “un mese molto intenso”, nel corso del quale si è discusso di Ucraina, ma anche della striscia di Gaza, della Bosnia, della Siria e del Libano. Luoghi in cui vanno protetti i più deboli: negli ultimi 31 giorni la Confederazione ha cercato di promuovere la pace, chiamando questo organo dell’ONU ad assumersi le sue responsabilità.
“Questo mese di maggio se dovessi riassumerlo direi che è il mese che mostrato che discreti ma solidi passi possono essere fatti anche in un contesto estremamente fragile, estremamente duro”, ha detto il consigliere federale ticinese.
La prossima presidenza rossocrociata sarà nel mese di settembre 2024.
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