Un affido che stravolge gli stereotipi
Giunta a Palermo dall'Eritrea da dove i suoi genitori erano fuggiti, Yodit Abraha è la prima donna straniera ad aver avuto in affido un bambino italiano.
Yodit AbrahaCollegamento esterno è una psicologa e un’operatrice sociale di origine eritrea che da tanti anni vive a Palermo. È arrivata in Sicilia nel 1984, all’età di 11 anni, per ricongiungersi con i genitori precedentemente fuggiti da AsmaraCollegamento esterno. Da febbraio del 2019 è la prima mamma straniera ad avere avuto in affidamento un bambino italiano. Dopo un periodo di formazione presso il centro affidi del capoluogo siciliano, le è stato affidato Giuseppe, un bimbo palermitano di 7 anni, allora ospite di una comunità per minori dopo essere stato allontanato dalla famiglia.
Quella tra Yodit e Giuseppe – che mantiene con regolarità il contatto con la mamma biologica – è una storia piena di amore e di intrecci speciali. A differenza dell’adozione infatti, l’affidatario è un genitore a tempo determinato e il rinnovo dell’affido dipende dalla capacità o meno della famiglia d’origine del minore di raggiungere gli obiettivi prefissati dal Tribunale e necessari per reintegrarlo all’interno del nucleo familiare.
“Nel contempo – come ci racconta Yodit – quella della mamma nera e del bimbo bianco è una storia risonante in Italia” che mostra il volto di un Paese che, nonostante tutto, ha intrapreso un percorso di reale inclusione interculturale.
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