La storia politica e religiosa raccontata dalle stele
Attorno al 3'500 a.C iniziano ad apparire in Europa le prime grandi sculture in pietra che raffigurano esseri umani. Sono stele di varie dimensioni con tratti stilizzati di uomini e donne.
Finora sono state rinvenute 1300 stele di pietra. Erano diffuse dal Caucaso all’Atlantico, Svizzera compresa, fino al 2’000 a.C. circa. Il più importante sito di ritrovamento di sculture preistoriche su territorio elvetico si trova nel canton Vallese.
Queste opere venivano erette talvolta in forma isolata in luoghi rappresentativi, oppure erano allineate all’interno di aree sepolcrali. Si pensa che molte di queste raffigurazioni fossero una sorta di omaggio a personalità di alto rango, venerate anche dopo la morte. Le stele potevano però anche essere facilmente abbattute ed erano sostituite da altre pietre, se subentravano nuovi leader, nuovi clan.
Oggi possono essere ammirate come oggetti artistici per il fascino misterioso che emanano, ma le stele sono anche e soprattutto una fonte archeologica fondamentale per gettare uno sguardo sulle società di quei tempi, un’epoca di grandi trasformazioni e innovazioni, ma anche di violenza.
Le comunità iniziavano a diventare sedentarie, a dedicarsi all’agricoltura e all’allevamento, ad accumulare ricchezze che andavano difese. Sulle stele vediamo raffigurati i simboli e gli strumenti sviluppati da quelle comunità antiche: asce, coltelli, ma anche la ruota, l’aratro, i carri.
È il Museo nazionale svizzeroCollegamento esterno a Zurigo a raccontare ora la storia di questi uomini scolpiti nella pietra, in una esposizione che per la prima volta affianca nello stesso luogo 40 stele provenienti da vari siti europei: dalla Svizzera all’Italia, dalla Francia alla Germania.
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