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La sesta generazione svizzera alla guida dell’Hotel Hassler di Roma

camera di hotel di lusso
La suite Audrey Hepburn dell'Hotel Hassler di Roma. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved

Alla morte di Robert Wirth Senior nel 2022, i figli Veruschka e Roberto Junior sono subentrati nella gestione dello storico hotel fondato nel dicembre del 1893 dallo svizzero Alberto Hassler. Tra tradizione e innovazione, la sesta generazione di svizzeri alla guida dell’albergo di lusso è pronta a portarlo nel futuro. 

Per arrivare all’Hotel Hassler di Roma ci sono sicuramente metodi più comodi, ma salire la scalinata di Piazza di Spagna è senza dubbio il più suggestivo. Lì, in Piazza Trinità dei Monti, c’è una delle viste più belle dell’Urbe. E alle spalle di quel panorama, in posizione strategica, sorge l’albergo svizzero Hassler. L’immobile risale al dopoguerra ed è frutto della ristrutturazione voluta da Oscar Wirth. Ma l’impresa è lì dal dicembre del 1893 quando fu fondato dal grigionese Alberto Hassler. Un hotel che fu svizzero alla nascita ed è svizzero ancora oggi, 130 anni dopo.

Ad accoglierci all’ingresso dell’Hotel c’è Roberto Wirth Jr., Presidente esecutivo della struttura che insieme alla sorella gemella Veruschka, CEO dell’albergo, ha preso in mano le redini dell’impresa famigliare dopo la morte del padre Robert Senior nel giugno del 2022.

Sesta generazione di svizzeri alla guida dell’Hassler

Roberto e Veruschka Wirth, classe 1992, rappresentano la sesta generazione elvetica a capo dell’Hotel Hassler. Due giovani imprenditori che hanno le idee chiare sul futuro dell’impresa. “Sia io che mio fratello ci teniamo molto a mantenere l’aggettivo ‘svizzero’ quando parliamo di questo hotel”, racconta a tvsvizzera.it Veruschka Wirth. “Siamo cittadini svizzeri, abbiamo una parte della famiglia lì e siamo attivi nella comunità elvetica di Roma e in particolare nei rapporto con l’ambasciata”, le fa eco il fratello Roberto.

I due gemelli, sebbene siano a capo dell’albergo da poco più di un anno, sono stati sempre proiettati verso questo tipo di occupazione. Nati a Roma, hanno studiato entrambi presso il Glion Institute of Higher Education, la scuola svizzera di Montreux, nel Canton Vaud, che rappresenta una delle scuole di hôtellerie più prestigiose del mondo.

Terminati gli studi, è cominciato il lavoro: Veruschka a Boston in un prestigioso albergo (per poi frequentare a Londra un Master in Brand Development), Roberto Jr. all’interno di importanti brand internazionali dell’alta ospitalità tra Londra, Washington e Praga.

Fino al ritorno a Roma nell’impresa di famiglia che, oltre allo storico Hassler, gestisce altre strutture tra Roma, l’Umbria e la Toscana.

Un affare di famiglia

La strada di Veruschka e Roberto è la stessa intrapresa dai loro predecessori. La storia dell’Hassler comincia con un’altra famiglia: la Hassler-Nistelweck. Il fondatore fu Alberto che verso la metà dell’Ottocento, a soli 15 anni, abbandona il suo piccolo villaggio nei Grigioni per trasferirsi a Napoli a cercar fortuna. La trovò prima lavorando nello storico Cafè Caflisch e poi mettendosi in proprio. Nel 1868 aprì un ristorante ai piedi del Vesuvio e poi, poco dopo, un altro a Catania. Fino all’approdo, nel 1893 a Roma con l’apertura dell’Hotel Hassler.

L’hotel rimase nelle mani della famiglia Hassler fino agli anni ’20 del Novecento. Nel 1921, Oscar Wirth – figlio dell’imprenditore alberghiero Heinrich Wirth chiamato a Roma nel 1890 dal genero Franz-Josef Bucher per intraprendere la carriera alberghiera nell’Urbe – assume la direzione dell’Hassler per poi, qualche anno dopo, acquisirne anche la proprietà.

“Oscar, il nonno di Roberto e Veruschka, nel 1939 decise di tirare giù l’edificio in cui sorgeva l’Hotel per costruirne uno nuovo e più adatto alle nuove esigenze di una clientela di lusso che richiedeva spazi ampi e comodità”, racconta a tvsvizzera.it Giulia Grill, Project Manager dell’Hassler e storica assistente personale di Roberto Wirth Senior. E che negli ultimi anni lavora alla ricerca e al mantenimento dell’archivio storico dell’impresa.

“Con l’inizio della Seconda guerra mondiale le cose a Roma iniziarono ad andare male e il progetto di costruire un grande albergo moderno rischiava di naufragare fino a quando non intervenne la Legazione Svizzera a Roma che nel 1943 decise di mettere sotto protezione l’hotel che riaprì nel 1947”, racconta Giulia Grill.

Quando nel 1968 morì Oscar, la proprietà e la gestione passarono nelle mani di Roberto Senior. Nato sordo, Roberto non era predestinato alla guida dell’albergo. Come raccontava lui stesso, il padre Oscar lo aveva dissuaso dalla volontà di continuare il lavoro di famiglia vista l’impossibilità di poter interloquire facilmente con gli ospiti. Ma la sua caparbietà ebbe la meglio. Come raccontò lui stesso in un’intervista di qualche anno fa a SWI Swissinfo.ch, “credo che le mie origini svizzere mi abbiano aiutato in qualche modo: il carattere forte, il senso della disciplina e un certo perfezionismo, anche se non riesco mai a raggiungere la perfezione”.

Visione globale e radici elvetiche

Oggi, con Veruschka e Roberto, l’Hotel Hassler viaggia verso il futuro mantenendo ben salde le radici elvetiche. La “svizzerità” dei due patron si percepisce soprattutto nel modo in cui è gestita la struttura. Come Roberto Senior – che perse il padre Oscar quando aveva solo 18 anni – anche i figli Roberto Junior e Veruschka si trovano a gestire l’impresa da giovani. E lo stanno facendo tenendo fede alla tradizione del padre e del nonno. “I modi di papà erano quelli tramandati da nostro nonno che, ci è stato raccontato, era molto serio nel lavoro. Attento e organizzato. Allo stesso modo noi stiamo portando avanti il lavoro svolto fino ad ora ponendo attenzione all’organizzazione e alla necessità di reinvestire sull’impresa per farla crescere”, raccontano.

 “Sebbene uno dei nostri obiettivi sia quello di mantenere alti gli standard qualitativi dell’hotel preservando il tipo di organizzazione impostato da nostro padre e da suo padre prima di lui, noi abbiamo comunque cominciato a metterci del nostro”, raccontano i due gemelli.

“In primis nella volontà di diventare sempre più globali nella gestione dell’impresa di famiglia e di mantenere sempre alto il livello tecnologico delle nostre stanze apportando ogni anno qualche modifica, poi inserendo dettagli più vicini alle nostre passioni e ai nostri interessi. Ma mantenendo sempre chiaro in mente che la priorità è offrire un servizio di eccellenza ai nostri ospiti. Un’eccellenza svizzera, appunto”.

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