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“La pluralità è la forza della Svizzera”

mezzo busto di uomo in giacca e cravatta, fotografato mentre da un discorso davanti a due microfoni ricoperti di plastica
Il dialogo, ha detto, può a volte essere difficoltoso, ma sono ostacoli che si possono superare Keystone / Anthony Anex

Nel suo primo discorso da presidente svizzero, Ignazio Cassis si è concentrato sulla multiculturalità che caratterizza la Confederazione.

Il ticinese, che sarà alla testa del Paese nel 2022, ha sottolineato l’omogeneità elvetica: “Abbiamo origini, sensibilità ed esperienze diverse. Veniamo dall’Altopiano, dalle regioni di montagna o dal sud delle Alpi. Abitiamo in città o in campagna, nei centri o nelle zone periferiche. Nonostante queste differenze, ciò che ci unisce è molto più di ciò che ci divide”.

Le divisioni, però, ci sono, come ha voluto ricordare: “Le nostre diverse lingue, culture, religioni e idee politiche ci portano a un dialogo continuo, che talvolta può risultare faticoso”. Ostacoli che però, ha aggiunto Cassis, bisogna superare, “soprattutto in questo momento storico in cui la polarizzazione minaccia la nostra società. Dobbiamo ricordarci che cosa ci unisce, che cosa ci rende un Paese coeso”.

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Il presidente della Confederazione si è anche soffermato sulla pandemia: “Continua a metterci a dura prova, ci ferisce, ci rende insicuri e talvolta anche soli. La pandemia ci ha separati, ma non divisi”. Ha poi aggiunto: “Finora l’essere umano ha sempre saputo vincere l’eterna lotta contro i virus; sarà così anche questa volta. Servirà pazienza, ma insieme ce la faremo”.

Cassis ha anche voluto rassicurare la popolazione: “Il Consiglio federale comprende le vostre preoccupazioni e paure. Nelle sue decisioni tiene sempre conto dell’interesse globale della Svizzera e della sua popolazione”.

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