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La parola svizzera dell’anno (in italiano) è “penuria”

multipresa e groviglio di cavi
Il conflitto in Ucraina ha dettato il discorso pubblico. © Keystone / Martial Trezzini

"Penuria" è la parola svizzera dell'anno 2022 in lingua italiana, seguita da "invasione" e "coraggio". È quanto emerge dalla tradizionale classifica stilata dalla Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW).

La parola svizzera dell’anno 2022 in italiano è “penuria”. Lo ha rivelato lo studio annualeCollegamento esterno della Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW). In seconda posizione si trova “coraggio” e in terza “invasione”.

Se nel 2020 e nel 2021 il discorso pubblico è ruotato prevalentemente attorno all’emergenza del coronavirus (le parole dell’anno sono state, rispettivamente, “pandemia” e “certificato”), il 2022 ha posto al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica la guerra in Ucraina, con le sue conseguenze negli ambiti dell’economia, dell’energia, dell’accoglienza dei profughi e delle profughe, precisa la ZHAW in una nota odierna.

Le manifestazioni di protesta in Iran dopo l’uccisione di Masha Amini sono venute a imporsi come ulteriore tema centrale nel dibattito pubblico, costituendo una presa di coscienza collettiva su cui è opportuno riflettere, prosegue il comunicato.

“Guerre, crisi ambientali, difficoltà nell’approvvigionamento energetico ed alimentare pongono le nostre società davanti a sfide epocali da affrontare con coraggio, lo stesso coraggio mostrato dalla popolazione ucraina contro l’invasore russo e dalle donne iraniane contro la misoginia del regime teocratico in Iran”, spiega da parte sua Angelo Ciampi, citato nel comunicato in qualità di membro della giuria di lingua italiana che ha scelto la parola dell’anno.

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Per quanto riguarda il resto della Confederazione, la situazione è simile: in tedesco si è imposta “Strommangellage” (ossia “penuria energetica”) e in romancio “mancanza”. I romandi si distinguono anche quest’anno rispetto al resto della Svizzera con “boycotter”, ossia “boicottare”.

La parola dell’anno esiste nella Svizzera tedesca dal 2003. Il Dipartimento di Linguistica applicata della ZHAW ha in seguito assunto la responsabilità e il coordinamento della scelta per le altre lingue nazionali. Nel 2017 è così stata selezionata anche una parola in francese, nel 2018 in italiano e, infine, nel 2019, si è aggiunta, in collaborazione con la Lia RumantschaCollegamento esterno, la parola dell’anno in romancio.

La selezione avviene su tre livelli. A monte c’è un procedimento scientifico, ovvero l’analisi della più grande banca di dati testuali in Svizzera. I ricercatori e le ricercatrici della ZHAW ne estraggono una lista di parole che, nell’anno in corso, si sono rivelate statisticamente più frequenti rispetto al passato. A questa lista si aggiungono poi proposte provenienti dal pubblico. Infine, una giuria di esperti/er si riunisce per deliberare sulla base di questo elenco. 

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