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Holcim dice addio alla Russia

tre persone davanti alla torre di una fabbrica
Il cementificio di Shurovsky era stato completamente ristrutturato tra il 2008 e il 2011; in occasione dell'inaugurazione era stato visitato dall'allora presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey e dal suo omologo russo Dimitri Medvedev. Keystone / Maxim Shipenkov

La multinazionale svizzera del cemento ha venduto le sue attività in Russia alla dirigenza della filiale locale. Un'altra multinazionale elvetica – Nestlé – ha annunciato martedì di voler aprire un nuovo sito di produzione in Ucraina.

L’operazione “è in linea con i valori dell’azienda volti ad operare nel modo più responsabile possibile”, ha indicato Holcim in un comunicato diffuso mercoledì. Con i nuovi proprietari le entità vendute opereranno in modo indipendente e con un marchio diverso. Il completamento della transazione è ancora soggetto all’approvazione normativa.

La cessione non ha peraltro alcun impatto finanziario o commerciale rilevante sul gruppo, viene precisato. Nel 2021 gli affari in Russia hanno contribuito per meno dell’1% alle vendite e all’utile operativo del conglomerato.

La decisione annunciata mercoledì non è una sorpresa. La multinazionale del cemento e di altri materiali di costruzione – la cui sede è a Zugo – aveva già deciso di abbandonare la Russia in primavera a causa della guerra all’Ucraina e da allora era alla ricerca di un acquirente. Le attività russe erano già state estrapolate dai libri contabili del gruppo in marzo. In Russia, Holcim aveva tre cementifici, altrettante cave e oltre 1’000 persone alle sue dipendenze. Il gruppo si impegna a sostenere i lavoratori e le lavoratrici e a garantire un trasferimento ordinato per la clientela e le altre parti interessate.

La società aveva investito miliardi nel Paese. Il più grande dei tre cementifici, quello di Shurovsky, vicino a Mosca, era stato completamente rinnovato tra il 2008 e il 2011 per 550 milioni di euro. Anche l’impianto di Wolsk, a circa 750 chilometri a sud-est della capitale, era stato ampiamente ristrutturato nel 2017, con un costo di oltre 280 milioni di euro. L’impianto più moderno di Kaluga è invece stato messo in funzione nel 2014 ed era costato circa 500 milioni di euro.

Nella sua forma attuale il gruppo Holcim è nato nel 2015 dalla fusione fra l’omonima società svizzera e la francese Lafarge. La multinazionale è presente in 70 paesi con oltre 70’000 dipendenti; nel 2021 ha realizzato un fatturato di quasi 27 miliardi di franchi e un utile di 3 miliardi. La società ha sede a Zugo ed è quotata alla borsa elvetica.

Nestlé investe in Ucraina

Mentre il colosso del cemento si ritira dalla Russia, un’altra multinazionale svizzera ha invece deciso di investire in Ucraina. Nestlé ha infatti comunicato martedì che, malgrado la guerra, costruirà un nuovo sito produttivo a Smolyhiv, nell’Ucraina occidentale, per un costo di 40 milioni di euro.

Insieme all’impianto di Torchyn, la nuova fabbrica diventerà un centro per i prodotti culinari di Nestlé, darà lavoro a 1’500 persone e rifornirà il mercato ucraino e altri mercati europei, ha indicato il gruppo svizzero in un comunicato.

“Si tratta di un passo importante per Nestlé, compiuto in un momento molto difficile per il Paese”, ha dichiarato Alessandro Zanelli, direttore dei mercati del Sud-Est di Nestlé, citato nella nota.

Il gruppo, presente in Ucraina dal 1994, sostiene di essere “la prima multinazionale” ad annunciare nuovi investimenti nel Paese.

Le critiche ucraine

Qualche mese fa, all’inizio del conflitto, la multinazionale elvetica era stata criticata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky per non aver voluto lasciare il mercato russo.

Nestlé si era giustificata indicando di aver ridotto notevolmente la sua presenza in Russia e di continuare a vendere solamente cibi essenziali, come alimenti per l’infanzia e supporti per la nutrizione medica e ospedaliera.

Una posizione ribadita qualche settimana fa dal presidente del consiglio d’amministrazione Paul Bulcke. Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTS, Bulcke ha precisato che “tutti gli investimenti, così come le pubblicità alla televisione, sono stati sospesi”. Il gruppo si concentra solo sugli “alimenti per l’infanzia e ad uso medico”.

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