La carcerazione dei minorenni fa breccia in Parlamento
In Svizzera si va verso un inasprimento delle sanzioni nei confronti degli autori minorenni di reati gravi. La Camera alta si espressa a larga maggioranza in favore della possibile carcerazione dei e delle giovani tra i 16 e i 18 anni riconosciuti colpevoli di un assassinio, una volta espiata la condanna inflitta in base al diritto penale minorile.
Le senatrici e i senatori hanno preso posizione su una proposta di revisione del Codice penale e del diritto minorile promossa dal Governo federale, su sui si dovrà ora esprimere il Consiglio Nazionale, in seguito alla mozione avanzata dal parlamentare liberale appenzellese Andrea Caroni tesa a migliorare la sicurezza dell’esecuzione delle pene.
+Tutti i dettagli del progetto in discussione alle CamereLink esterno
Dopo la procedura di consultazione però l’impianto del progetto è stato reso meno severo. Inizialmente infatti la carcerazione "tradizionale" (in aggiunta alle sanzioni del diritto minorile) era prevista anche per tutti le e i giovani condannati a un minimo di cinque anni di reclusione per reati contro l'integrità fisica o sessuale di una persona. Ora invece l’eventuale detenzione viene proposta solo per gli assassini di età compresa fra 16 e 18 anni.
+ Aumenta la delinquenza giovanile
L’internamento, a determinate condizioni tassative, dei minorenni costituisce comunque una questione delicata che ha suscitato diverse critiche, alle quali la ministra di giustizia Elisabeth Baume-Schneider ha replicato assicurando che i diritti fondamentali saranno rispettati.
La sinistra, da cui proviene la consigliera federale giurassiana, ha votato in modo compatto contro il progetto ed è assai probabile che la Camera alta riprenderà il dibattito sulla detenzione dei e delle minorenni dopo che si sarà pronunciato anche il Consiglio Nazionale.
Nel corso della discussione tenutasi al Consiglio degli Stati sul disegno di legge, le senatrici e i senatori hanno rinunciato anche all’idea di aumentare la frequenza di revisione dell'internamento a tre anni. È stato inoltre approvato il divieto di congedi non accompagnati nei confronti delle persone condannate a una pena detentiva.
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