Ursula von der Leyen: "In questo momento è importante esercitare il massimo della pressione su Putin e sul governo russo"
Keystone / Ronald Wittek
Dopo la diffusione delle immagini di Bucha, Bruxelles pensa a inasprire le misure contro Mosca (che devono però essere approvate da tutti i membri). Zelensky, dal canto suo, chiede che la Russia venga espulsa dal Consiglio di sicurezza dell’ONU.
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tvsvizzera.it/mrj
Quanto successo a Bucha ha sconvolto tutta la comunità internazionale. Per molti, la Russia deve pagare per questa strage di civili. A iniziare da nuove sanzioni: “La Russia sta conducendo una guerra spietata non solo contro le forze ucraine, ma anche contro la popolazione civile. In questo momento è importante esercitare il massimo della pressione su Putin e sul governo russo. Ecco perché oggi proponiamo un nuovo inasprimento delle sanzioni. Vogliamo che siano più incisive e di maggiore impatto, in modo che abbiano serie conseguenze sull’economia russa”. A dirlo è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Le sanzioni proposte sono uno stop all’importazione di carbone russo, un divieto totale di effettuare transazioni per quattro grandi banche, tra cui VTB – la seconda del Paese. Alle navi russe o operate dalla Russia andrebbe vietato di accedere ai porti dell’Unione Europea. Eccezioni possono essere fatte per quelle che trasportano generi essenziali, come aiuti umanitari o risorse energetiche. Andrebbero messe al bando, secondo von der Leyen anche gli operatori di trasporto su strada russi e bielorussi.
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L’idea è anche di fermare l’esportazione verso la Russia di computer quantistici, semiconduttori, macchinari sensibili e attrezzature per i trasporti. Infine, divieto di importare dalla Russia numerosi altri prodotti: dal legno al cemento, dai frutti di mare ai liquori.
Vi è poi una serie di misure molto mirate, come per esempio il divieto generale nell’UE alla società russe di partecipare agli appalti pubblici negli Stati membri o l’esclusione di qualsiasi sostegno finanziario, europeo o nazionale, agli enti pubblici russi.
Proposte, queste, che richiedono però l’approvazione da parte di tutti i 27 membri dell’UE. Un’approvazione che non è così scontata, poiché già per la prima serie di sanzioni ci sono stati disaccordi sulle misure da prendere. La Germania, per esempio, dipende in larga misura dalle importazioni di carburanti russi.
Nel frattempo, comunque, si è allungata la lista dei Paesi dell’UE che stanno espellendo dal proprio territorio i diplomatici russi: in Danimarca, Francia, Germania e Italia sono rimasti gli ambasciatori, ma parte dello staff è stato allontanato, in qualche caso con l’accusa di spionaggio. Ora hanno fatto lo stesso anche la Svezia e la stessa UE: “Ho deciso, oggi, di dichiarare persona non grata alcuni membri delle missioni permanenti della Federazione russa presso l’Unione Europea. Questo, perché sono impegnati in attività contrarie al loro status di diplomatici”, ha annunciato l’alto rappresentante UE per la politica estera Josep Borrell.
NATO: “Forniremo supporto all’Ucraina”
La NATO, dal canto suo, continua a osservare attentamente l’evoluzione della situazione: “Nelle prossime settimane ci aspettiamo che l’attacco russo si concentri sull’est e il sud dell’Ucraina con lo scopo di conquistare tutto il Donbass e creare una continuità territoriale tra la Russia e la Crimea. È una fase cruciale di questa guerra. I ministri degli esteri dei Paesi NATO discuteranno come procedere: è nostro compito fornire supporto all’Ucraina con forniture militari moderne e con un sostegno finanziario e umanitario”, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg.
Zelensky si rivolge al Consiglio di sicurezza dell’ONU
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Zelenksy ha nuovamente accusato la Russia di crimini di guerra chiedendo alle Nazioni Unite d’intervenire. Ha poi chiesto di rimuovere Mosca dal Consiglio per impedirle di bloccare le risoluzioni contro le sue aggressioni. “Vi parlo per conto delle persone che hanno perso i propri cari, dei civili che sono morti, che sono stati uccisi con un colpo alla nuca dopo essere stati torturati. Alcuni di loro sono stati freddati per strada, altri sono stati gettati nelle fosse, e sono morti con grande sofferenza. Sono stati uccisi nei loro appartamenti, nelle case sfondate dalle granate. o ancora sono stati schiacciati dai carrarmati mentre si trovavano nelle loro auto, in mezzo alla strada”.
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