Al centro di questa giornata le condizioni di vita di chi si trova in zone di guerra o vive sotto regini totalitari.
Keystone / Francis R. Malasig
Si celebra oggi, sabato 10 dicembre, la Giornata internazionale dei diritti umani. L'ONU ha deciso quest'anno di mettere al centro le condizioni di vita di chi si trova in zone di guerra o sotto i regimi totalitari.
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tvsvizzera.it/mrj
Dignità, libertà, giustizia sono i punti cardine scelti dalle Nazioni Unite per celebrare la 74esima Giornata internazionale dei diritti umani. A oltre 70 anni di distanza dalla firma della Dichiarazione universale dei diritti umani, l’umanità è sempre più consapevole di diritti come libertà, espressione di credo, esistere, diritto all’istruzione e a un trattamento dignitoso equo e diritto alla giustizia. Diritti che mai come oggi sono in pericolo.
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Lo ha dimostrato già la pandemia: l’accesso alle cure prima e ai vaccini poi ha mostrato con chiara evidenza il divario tra Paesi ricchi e poveri, nonostante gli appelli alla solidarietà. Ci sono poi i diritti della comunità LGBT, messi in discussione, per esempio, in Ungheria. O ancora le conseguenze dei cambiamenti cimatici che colpiscono in modo devastante le popolazioni più esposte. Lo ha ricordato oggi il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, che ha aggiunto come la libertà dei mezzi di informazione e la vita dei giornalisti sia sempre più sotto attacco in tutto il mondo e come la fiducia nelle istituzioni stia evaporando, soprattutto tra i giovani. In Iran, per esempio, dove le donne e le nuove generazioni rivendicano le proprie libertà sfidando un regime autoritario.
E proprio oggi le Nazioni Unite hanno lanciato una lunga campagna che durerà fino al prossimo anno per i 75 anni della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, con la quale si intende celebrare non solo l’eredità di questo documento fondamentale, ma anche l’attivismo per raggiungere diritti sanciti sulla carta, ma non ancora garantiti.
La Giornata internazionale dei diritti umani è celebrata fin dal 1950. Nel 1948 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva adottato la Dichiarazione universale dei diritti umani. Un documento epocale, tradotto in 500 lingue, nel quale si dichiarano i diritti inalienabili di ogni essere umano senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere.
Dal TG della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, l’intervista al premio Nobel per la pace Irina Scherbakowa:
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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