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L’omaggio della sua Bologna e degli amici a Lucio

Numerose iniziative per ricordare l'artista emiliano scomparso il primo marzo di tre anni fa a Montreux

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Il giorno che Lucio Dalla morì, la notizia fece il giro del mondo. Le sue foto riempivano i social network e le pagine iniziali dei giornali on-line. Ma la sua città, Bologna, ci mise una giornata intera prima di cominciare a metabolizzare la perdita. Lucio Dalla era Bologna. Lo si incontrava dappertutto, in quei suoi look bizzarri che lo facevano sembrare ora un barbone, ora un dandy.

Nei giorni successivi piazza Maggiore, la sua Piazza Grande, venne invasa dai fan e i bolognesi rimasero quasi stupiti nello scoprire che la sua popolarità andava ben oltre Porta Santo Stefano e Porta San Felice.

Al suo funerale si sarebbe fatto prima a contare i vip che non erano venuti, piuttosto che quelli che erano lì, con i fazzoletti ad asciugare le lacrime.

Sono passati tre anni ma è come se Lucio Dalla passeggiasse ancora sotto i portici.

Lucio Dalla ha lasciato un’eredità stimata in oltre 100 milioni di euro, tra diritti d’autore, ville in Sicilia e alle Tremiti, terreni, yacht, opere d’arte e quote azionarie di due società. Il cantautore non ha lasciato un testamento, cosa che ha fatto discutere e ha spaccato la città e la stampa. Anche perché, al compagno Marco Alemanno, non è rimasto nulla.

La sua casa in via D’Azeglio 15 è diventata un museo, per volere della Fondazione Lucio Dalla, nata un anno fa, nel giorno del suo compleanno, il 4 marzo.

E per questo terzo anniversario questi mille metri quadri, pieni d’arte e ricordi, sono stati animati da performance, musica e aneddoti dei suoi amici di sempre e di chi l’ha amato e stimato. Da Renzo Arbore a Gianni Morandi, da Caterina Caselli a Samuele Bersani, e poi Ornella Vanoni, Gigi D’Alessio, Gaetano Curreri…si sono mossi tra la sala Caruso, la stanza dei giochi e quella del re, per quelle 500 persone che sono riuscite a comprare i biglietti, che sono andati esauriti in meno di tre ore.

E. Pedrelli

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