L’inflazione vanifica aumenti salariali e ripresa economica
Le trattative tra le parti sociali che si sono appena concluse, sulla scia della favorevole evoluzione congiunturale, hanno consentito di ritoccare verso l'alto le retribuzioni dei dipendenti ma il riaffacciarsi dell'inflazione e il divario tra settori ha annullato i benefici della contrattazione.
Per questo motivo i sindacati, riuniti nella federazione di “centro” Travail.Suisse, chiedono che l’aumento dei prezzi debba essere accompagnato da una compensazione salariale per tutti i lavoratori, anche perché, rileva Thomas Bauer, responsabile della politica economica di Travail.Suisse, alcuni datori di lavoro hanno sfruttato la crisi pandemica per aumentare i loro profitti a spese dei dipendenti.
In proposito, il dirigente sindacale ha sottolineato che dopo un 2020 segnato dal coronavirus, l’economia svizzera ha conosciuto quest’anno una ripresa “senza precedenti” nella maggior parte dei settori e “ci sono aumenti salariali che compensano almeno l’inflazione in un settore su due”.
In diversi rami artigianali, come la carrozzeria, l’elettrotecnica e la carpenteria, così come nella vendita al dettaglio, i salari aumenteranno più dell’inflazione.
In particolare in quest’ultimo ambito, ha segnalato Marco Geu, segretario di Syna, “tutti i grandi distributori svizzeri hanno fissato gli stipendi minimi a più di 4’000 franchi lordi (3’848 euro)”.
Ma i ‘working poor’, che per la maggior parte sono donne, precisa il responsabile del sindacato interprofessionale, “saranno ancora una triste realtà” nel 2022, in particolare nei settori delle pulizie, della ristorazione, della panetteria e dei parrucchieri.
E nell’industria, “che si è ripresa rapidamente dopo alcuni brevi shock”, i salari sono ancora insufficienti nell’orologeria, e non sono stati ottenuti risultati apprezzabili per i dipendenti delle industrie chimiche e farmaceutiche.
Emblematica al riguardo è l’edilizia dove si assiste al secondo blocco consecutivo delle remunerazioni, anche se il settore è in piena espansione e lamenta una carenza di lavoratori qualificati.
Per non parlare, insistono gli esponenti sindacali, della sanità dove agli applausi per infermieri e medici durante la pandemia e alle votazioni federali che ne hanno riconosciuto la rilevanza, hanno fatto seguito porte chiuse quando si è trattato di discutere di salari.
Nei trasporti, nella logistica e nell’Amministrazione federale infine, i risultati dei negoziati, che non sono del tutto conclusi, sono ritenuti tutto sommato accettabili dalla copresidente di transfair Greta Gysin ma le pressioni sul personale, politiche di bilancio restrittive e controverse strategie aziendali pesano sui salariati del settore.
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