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L’allevamento intensivo finisce alle urne

Allevamento di polli.
© Keystone / Laurent Gillieron

Vietare l'allevamento intensivo per garantire la dignità degli animali. Lanciata oggi la campagna dei sostenitori dell'iniziativa popolare sulla quale la popolazione voterà a settembre.

Il comitato dell’iniziativa popolare “No all’allevamento intensivo in Svizzera” ha lanciato oggi la campagna a favore del testo che chiede di sancire nella Costituzione la dignità degli animali nell’ambito della detenzione a scopo agricolo.

Gli svizzeri sono chiamati a esprimersi il 25 settembre in proposito, insieme ad altri tre oggetti in votoCollegamento esterno.

I promotori si concentrano sull’agricoltura e attaccano l’allevamento industriale di animali e soprattutto il consumo di carne, che considerano troppo elevato: oggi hanno presentato in conferenza stampa a Berna le loro argomentazioni. Con le quali, come è immaginabile, non tutti sono d’accordo: di seguito, il servizio del TG odierno.

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L’iniziativa chiede per gli animali da reddito agricoli un ambiente favorevole, ovvero più spazio, lettiere e possibilità di uscire regolarmente all’aperto. Gli animali inoltre devono essere abbattuti senza sofferenze, dopo un breve trasporto.

Gli standard di benessere degli animali devono basarsi sulle direttive di Bio Suisse 2018, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni del gruppo di animali per pollaio. Ad esempio, per le galline ovaiole, lo standard Bio Suisse consente fino a 2000 animali per pollaio e 4000 animali per azienda.

Consumo di carne ridotto

Affinché gli agricoltori svizzeri non siano svantaggiati, l’iniziativa prevede che possano essere importati solo animali e prodotti animali realizzati secondo gli standard elvetici. Tali divieti sono in linea con le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), ha dichiarato il Consigliere agli Stati Daniel Jositsch (PS/ZH), respingendo un’argomentazione degli oppositori. “Nel diritto internazionale c’è spazio per esprimere i nostri valori”.

I sostenitori dell’iniziativa si preoccupano soprattutto del consumo di carne, che considerano troppo elevato. Per raggiungere gli obiettivi climatici, si dovrebbe mangiare circa un terzo di carne in meno, ha detto la consigliera nazionale Delphine Klopfenstein (Verdi/GE).

Attualmente la metà della terra coltivabile è utilizzata per la produzione di foraggio invece che per alimenti vegetali, ciò che permetterebbe di fornire molto più cibo e contribuire alla sicurezza alimentare, viene sottolineato. La carne dovrebbe essere prodotta principalmente nei pascoli delle regioni di montagna.

Sovvenzionare la distruzione dell’ambiente

La consigliera nazionale Kathrin Bertschy (PVL/BE) ha criticato il fatto che una gran parte dei sussidi all’agricoltura finisce ai costruttori di stalle e strade, nonché ai produttori e ai venditori di pesticidi, foraggi e macchinari, attraverso gli agricoltori. Secondo Bertschy questi circoli avrebbero impedito il dibattito sulla politica agricola a partire dal 2022. “Stiamo sovvenzionando la nostra stessa distruzione ambientale”.

Vera Weber, presidente della Fondazione Franz Weber, ha chiesto una svolta proteica. Un consumo eccessivo di prodotti animali può portare a malattie cardiovascolari, diabete e obesità. L’allevamento di animali in stalle immense rappresenterebbe un rischio di pandemia.

Mangiare meno uova

“Mangiate meno uova, ma pagatele di più”, ha detto l’agricoltore Fritz Sahli, che gestisce una fattoria biologica con 2000 galline ovaiole. Sahli si è espresso a favore delle piccole aziende agricole.

Attualmente la Svizzera importa 1,4 milioni di tonnellate di mangimi animali all’anno. Questo permette di allevare molti più animali di quanti sarebbero appropriati, ha detto Sahli.

La maggior parte degli animali allevati a scopo agricolo deve trascorrere la vita per lo più su pavimenti di cemento e con poco spazio nelle stalle, sottolineano i promotori. Inoltre solo un animale su otto circa può uscire regolarmente all’aperto.

L’argomentazione degli oppositori, secondo cui la Svizzera ha una delle leggi più severe in materia di protezione degli animali, non è accettabile per gli iniziativisti. L’attuale legislazione non è sufficiente a impedire una drastica riduzione del benessere e della dignità degli animali.

L’iniziativa è stata lanciata dal movimento antispecista Sentience ed è sostenuta tra gli altri dalla Fondazione Franz Weber, Greenpeace, ma anche dalla Protezione svizzera degli animali nonché rappresentanti degli agricoltori come KAGfreiland e Bio Suisse. A livello di partiti il testo è sostenuto dai Verdi e Giovani Verdi così come dal PS.

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