L’abolizione dell’imposta sulla casa si fa strada in Parlamento
Dopo gli Stati anche il Consiglio Nazionale è favorevole alla soppressione del valore locativo ma restano rilevanti divergenze con l’altra Camera.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
La tormentata vicenda del valore locativo, una delle imposte sui generis che gravano sulla casa in Svizzera e che da lungo tempo si tenta di abolire, ha conosciuto mercoledì l’ennesimo sviluppo parlamentare.
La Camera bassa si è infatti pronunciata, con 138 voti contro 31, in favore della sua soppressione non solo per le residenze principali ma anche per quelle secondarie. Il Consiglio Nazionale è quindi andato oltre la proposta dei senatori, intenzionati a eliminarlo solo sulla prima casa.
Garantita la parità di trattamento
Una tesi su cui ha concordato la consigliera federale Karin Keller-Sutter secondo cui il mantenimento di due sistemi paralleli è poco opportuno poiché causerebbe un notevole peso burocratico. “Solo un cambiamento completo del sistema garantirebbe la parità di trattamento”, ha aggiunto la ministra delle finanze, che ha condiviso l’opinione di chi ha sollevato una questione di costituzionalità su questo aspetto.
L’esito finale della vicenda resta comunque aperto. Dalla sua introduzione nel 1915 la questione divide la politica e i numerosi tentativi per abolire questa imposta tipicamente elvetica sono puntualmente falliti, sia in Parlamento, sia alle urne.
Le e i contribuenti elvetici sono infatti tenuti a inserire questo reddito fittizio, proporzionale al valore dell’immobile, nella loro dichiarazione fiscale anche se abitano nella casa di proprietà o se questa resta vuota. In compenso possono dedurre gli interessi passivi corrisposti per l’ipoteca e le spese di manutenzione (forfettarie o comprovate con specifica documentazione) dell’alloggio.
Naturalmente se questa volta la proposta parlamentare avrà successo, verrà meno anche la possibilità di dedurre dalle imposte i lavori di manutenzione e gli oneri ipotecari (dal reddito potrebbero essere dedotte, a determinate condizioni, solo le spese per la tutela dei monumenti storici).
Debiti e deduzioni fiscali
E verosimilmente gli svizzeri e le svizzere non saranno più un popolo di proprietari gravati da ipoteche che non si estinguono mai, dal momento che non sarà più fiscalmente (pur esistendo il valore locativo e l’imposta patrimoniale sulla sostanza) conveniente mantenere cospicui debiti immobiliari.
Sulle misure che saranno avanzate per limitare l’incentivo all’indebitamento c’erano sul tavolo diverse proposte. Il Nazionale alla fine si è orientato in favore della deduzione degli interessi maturati su debiti fino al 40% dei redditi da sostanza imponibili.
Respinte quindi le varie proposte che chiedevano una deduzione fino al 70%, come voluto dal Consiglio degli Stati (proposta respinta con 110 voti contro 80), una limitazione della deduzione al 40% dei soli redditi da sostanza immobiliare (105 a 85) o lo stralcio integrale di tale possibilità (105 a 84). Oggi è possibile dedurre gli interessi maturati su debiti sul 100% dei redditi da sostanza imponibili e ulteriori 50’000 franchi.
La Camera del popolo si è poi trovata d’accordo con gli Stati nel concedere a chi acquista una prima casa la possibilità di dedurre parte degli interessi ipotecari per i primi dieci anni: 5’000 mila franchi per il primo anno o 10’000 per le coppie sposate, per poi diminuire linearmente.
Niente incentivi indiretti al risparmio energetico
Infine la proposta che chiedeva di poter dedurre anche gli investimenti destinati al risparmio energetico è stata bocciata con 103 voti contro 83. “È meglio puntare sui sussidi diretti”, ha detto Franziska Ryser a nome dei Verdi. I cantoni potranno però concedere se lo desiderano detrazioni concernenti i costi di rinnovamento energetico, fino al 2050, al fine di raggiungere gli obiettivi climatici. Rigettata anche la possibilità chiesta dall’UDC di introdurre deduzioni per gli inquilini (decisione presa con 133 voti a 59).
Contro l’intero impianto del progetto si è schierata la sinistra che, a suo dire, non fa altro che peggiorare la situazione che vede gli inquilini discriminati rispetto ai proprietari.
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