Dopo le dimissioni del primo ministro Mario Draghi, il presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere. L’Italia si prepara ora al voto.
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tvsvizzera.it/mrj con keystone-ATS
In seguito alle dimissioni definitive del primo ministro italiano Mario Draghi, il capo di Stato Sergio Mattarella, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati. Decreto poi controfirmato dal presidente del Consiglio dei ministri e che verrà consegnato ai presidenti del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati e della Camera dei deputati Roberto Fico.
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L’Italia si prepara ora al voto, anche se non è ancora chiaro quando questo avverrà: secondo calcoli e indiscrezioni le due date più probabili sono il 25 settembre oil 2 ottobre.
Draghi continuerà a guidare l’Esecutivo per gli affari correnti e fino alla formazione del nuovo Governo a fine ottobre o inizio novembre.
Draghi se ne va, ma non troppo…
Mario Draghi rimarrà – virtualmente – a lungo nella scena politica italiana. Dal Partito democratico al presidente di Italia al Centro Giovanni Toti, passando per il segretario di Azione Carlo Calenda, tutti spiegano che sarà proprio “l’agenda Draghi” a contrapporsi alle politiche del centrodestra. Concetto confermato anche dal ministro degli esteri Luigi Di Maio (Insieme per il futuro). Il leader di Italia Viva Matteo Renzi chiama ad un “grande rassemblement che, in nome dei principi di questi mesi di governo Draghi, dica sì all’Europa e no a i sovranisti”.
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Il centrodestra si è intanto ricompattato sul voto anticipato, ma già si divide su chi dovrà essere il condottiero. La possibilità che sia la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è stata smorzata dal coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani: “Non c’è nessun volto del centrodestra, si vedrà quando si andrà a votare. Avremo un programma politico ed economico, fondamentale la scelta Europeista e Atlantista, il nostro principale interlocutore sono gli Stati Uniti”.
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