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In Svizzera, 20 farmaci generano un quinto dei costi totali

farmaci in un cassetto
In Svizzera, su cento franchi spesi per il sistema sanitario, 12 lo sono per i medicinali. Keystone / Ennio Leanza

Sugli otto miliardi di franchi spesi ogni anno per i medicinali, ben 1,7 sono imputabili a soli 20 farmaci. È quanto evidenzia un'analisi realizzata dall'associazione delle casse malati Curafutura, che deplora la scarsa trasparenza dei modelli tariffari di alcuni di essi.

Nell’arco di un anno, il fatturato di questi 20 medicinali è cresciuto del 13%, mentre quello degli altri farmaci iscritti nell’elenco delle specialità (e quindi rimborsati agli assicuratori malattia) solo del 5%, rileva mercoledìCollegamento esterno Curafutura.

“I costi sono aumentati soprattutto a causa di nuovi medicamenti costosi”, sottolinea l’associazione delle casse malati.

Scarsa trasparenza

Tra questi 20 farmaci, ci sono sette prodotti con un modello di prezzoCollegamento esterno. Ovvero, il prezzo viene negoziato in maniera confidenziale tra l’industria farmaceutica e le autorità, le regioni, gli ospedali o gli assicuratori malattia e non in base a un confronto con i prezzi praticati all’estero o con altri prodotti utilizzati per trattare la stessa malattia.

Ad esempio, il fatturato del Trikafta – impiegato per il trattamento della fibrosi cistica – è più che triplicato in un anno, passando da 23 a 73 milioni di franchi. Un singolo trattamento costa circa 253’000 franchi per paziente all’anno, indica Curafutura.

Gli altri sei medicamenti con un modello di prezzo sono Keytruda (carcinoma polmonare, melanoma), Darzalex (tumore del midollo osseo), Ocrevus (sclerosi multipla), Opdivo (vari tipi di tumore), Xtandi (cancro della prostata) e Vyndaqel (psoriasi)

Secondo l’associazione, occorre rivedere questo sistema dei modelli di prezzo confidenziali, che riguarda principalmente gli ultimi (e cari) ritrovati dell’industria farmaceutica.

“Solo se gli assicuratori-malattia sanno quale prezzo è stato negoziato tra l’Ufficio federale della sanità pubblica e l’azienda farmaceutica, possono esercitare un’influenza adeguata e trarre le dovute conclusioni, salvaguardando gli interessi degli assicurati”, afferma il direttore di Curafutura Pius Zängerle, citato nel comunicato.

Vista l’evoluzione, l’associazione si dice preoccupata per il fatto che il Governo federale voglia ampliare il ricorso a questo sistema dei modelli di prezzo.

Un modello con un potenziale di risparmio

Curafutura ritiene che si debba invece puntare sul cosiddetto modello di “budget impact”, come contemplato in una mozioneCollegamento esterno accettata dal Parlamento nel 2020.

Secondo questo modello, “il prezzo di un medicamento deve essere ridotto se supera un valore soglia di 20 milioni di franchi di fatturato”.

Curafutura ha illustrato il modello con un esempio: solo per il farmaco di punta Eylea sarebbe stato possibile un risparmio di 174 milioni di franchi. Questo medicinale è utilizzato per le malattie della retina dell’occhio e può stabilizzare o migliorare l’acuità visiva.

Nel modello “budget impact”, la crescita delle vendite di un farmaco verrebbe divisa: metà rimarrebbe all’azienda farmaceutica, l’altra metà andrebbe a beneficio di chi paga i premi assicurativi attraverso una riduzione del prezzo.

Una voce di spesa pesante

La sanità rappresenta una voce di spesa particolarmente pesante per la popolazione svizzera. Il costo mensile per l’assicurazione malattie obbligatoria di base può variare da poco meno di 300 franchi ad oltre 600 franchi al mese, a seconda della cassa e della franchigia scelte.

Per il prossimo anno, la fattura si annuncia ancora più salata: i premi sono infatti aumentati in media del 6,6%, la crescita più alta nell’ultimo decennio.

I costi della salute rappresentavano nel 2020 oltre 83 miliardi di franchi, pari all’11,8% del prodotto interno lordo. Si tratta di una delle proporzioni più alte all’interno dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. I farmaci (inclusi quelli non rimborsati dall’assicurazione obbligatoria) rappresentano il 12% delle spese sanitarie totali.

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