Nel secondo trimestre si è dimezzato l’utile della BNS, il bilancio a metà anno si chiude comunque con un avanzo di 13,7 miliardi di franchi. Escluso il contributo a Cantoni e Confederazione.
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In sensibile calo l’utile della Banca nazionale svizzera
L’istituto centrale ha comunicato lunedì una perdita di 13,2 miliardi di franchi da aprile a giugno. Il bilancio della BNS resta però in attivo in virtù del consistente utile, pari a 26,9 miliardi, maturato nel primo trimestre del 2023.
Nel dettaglio si segnala un andamento positivo delle posizioni in valuta estera che hanno fruttato alla Banca nazionale guadagni per 16,2 miliardi di franchi nella prima metà dell’anno. Sulle disponibilità in oro è risultata una plusvalenza di 1,2 miliardi di franchi, mentre si è stata registrata una perdita di 3,4 miliardi di franchi sulle posizioni in franchi.
Le ragioni principali del peggioramento dei risultati sono da ricercare nella svalutazione del dollaro che si è riflessa sui titoli nella valuta americana e nel deprezzamento dell’oro che ha inciso sul valore delle riserve della BNS.
Niente contributo agli enti pubblici
L’istituto di emissione federale ha invece beneficiato della crisi del Credit Suisse. Le linee di credito concesse nelle fasi più critiche dell’allora secondo gruppo bancario elvetico, rilevato poi da UBS, ha generato 900 milioni di interessi.
Va detto che disavanzo trimestrale è risultato comunque inferiore alle attese. Gli analisti/e di UBS avevano ipotizzato un passivo compreso fra 15 e 25 miliardi. Nonostante ciò la situazione finanziaria della BNS nell’esercizio corrente rende assai improbabile – anche per il 2023 – il versamento di utili alla Confederazione (per un terzo) e ai cantoni (due terzi) come avviene di normalmente ogni anno.
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