In Italia è corsa contro il tempo per non perdere i soldi del PNRR
Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen durante il loro incontro a Bruxelles il 3 novembre scorso.
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Dopo la decisione di Bruxelles di congelare lo stanziamento della terza tranche da 19 miliardi di euro di fondi europei, l'Italia deve presentare un piano aggiornato entro fine aprile.
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tvsvizzera.it/mar
“Non sono preoccupata per i ritardi”, ha dichiarato lunedì la presidente del Consiglio, aggiungendo che le battute d’arresto del piano, negoziato con Bruxelles dal suo predecessore Mario Draghi, “non sono frutto delle scelte di questo Governo”.
Il tempo però stringe. L’Unione Europea ha congelato lo stanziamento della terza tranche di 19 miliardi, in attesa di chiarimenti su alcuni dei 55 obiettivi da raggiungere nella seconda metà del 2022. Il Governo Meloni ha tempo sino a fine aprile per presentare un piano aggiornato.
Le preoccupazioni di Bruxelles sono molte, ad esempio in merito alla volontà di Roma di utilizzare i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per finanziare la ristrutturazione dello stadio di Firenze o la costruzione di un centro sportivo a Venezia.
Un altro punto dolente è la decisione di prolungare per almeno un altro anno le concessioni rilasciate ai privati per le spiagge.
Il piano di aiuti europei da 800 miliardi, di cui l’Italia è la principale beneficiaria, prevede che entro il 2026 tutti i lavori progettati devono essere conclusi. L’Italia ha già ricevuto finora 67 miliardi di euro dei 191,5 previsti.
All’inizio del 2021, Roma aveva previsto di spendere oltre 40 miliardi entro la fine del 2022. Secondo la Corte dei Conti, però, sono stati impegnati solo circa 12 miliardi, pari al 6% del totale.
Cosa sta andando storto? La Radiotelevisione svizzera ne ha discusso con Gustavo Piga, economista a presidente dell’Osservatorio sul PNRR:
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