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Il WEF è stato una sfida per le forze di sicurezza

Misure straordinarie per il WEF a Davos.
Misure straordinarie per il WEF a Davos. © Keystone / Walter Bieri

Le tensioni internazionali, tra cui i due conflitti in corso in Europa dell'Est e in Palestina, hanno messo a dura prova polizia ed esercito chiamati a garantire l'ordine pubblico durante il vertice di Davos.

Quest’anno il contesto geopolitico, gli ospiti di alto livello, l’incontro in vista di un piano di pace per l’Ucraina, le visite ufficiali a Berna lunedì del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e del premier cinese Li Qiang e le manifestazioni contro il WEF, hanno sollecitato l’apparato della sicurezza elvetico.

Tra i 2’800 ospiti presenti 111 persone erano protette dal diritto internazionale e la conferenza sull’Ucraina di domenica scorsa ha richiesto attività straordinarie da parte degli agenti, supportati dalle forze armate.

L’evento si è però svolto senza intoppi, secondo quanto hanno comunicato le autorità grigionesi. Non si sono registrati incidenti ed è stata segnalata soltanto una violazione dello spazio aereo sopra Davos e altre quattro sui cieli austriaci, tutte però di lieve entità.

È stato necessario adottare misure di protezione supplementari per 111 persone All’operazione hanno partecipato tutti i Cantoni, il Principato del Liechtenstein e l’Esercito svizzero con complessive 5’000 persone. Naturalmente per la visita di Volodymyr Zelensky il dispositivo di protezione è stato rafforzato: in occasione del suo discorso alla “Casa dell’Ucraina” sulla “Promenade” di Davos, dopo il suo intervento al Centro dei Congressi, è stato necessario transennare un intero tratto della strada e dislocare decine di tiratori scelti e la polizia a terra a tutela del presidente ucraino. Lunedì Zelensky ha anche viaggiato su un treno speciale da Berna a Davos, tenuto segreto per motivi di sicurezza.

Dopo la fine della manifestazione l’infrastruttura di sicurezza, compresi 52 chilometri di recinzione protettiva intorno a Davos, dovrà essere smantellata. La durata dei lavori, iniziati già nel tardo pomeriggio, dipenderà anche dalle condizioni meteorologiche. Da parte sua l’esercito continuerà il proprio impiego fino al termine del servizio d’appoggio, previsto per il 25 gennaio.


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