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Il Parlamento svizzero, “L’UE prema su Roma affinché riprenda i suoi profughi”

Migranti in fila dopo lo sbarco in Italia.
Migranti in fila dopo l'approdo in Italia. Keystone / Ciro Fusco

Le Camere federali votano una mozione che sollecita il Consiglio federale a intervenire sull’UE per imporre a Roma il rispetto dell’accordo di Dublino in tema di migranti, la cui applicazione è stata sospesa unilateralmente un anno fa dal Governo Meloni.

Berna è stata sollecitata dall’atto parlamentare presentato a fine febbraio dal senatore liberale radicale Damian MüllerCollegamento esterno a intervenire a Bruxelles affinché l’Italia accolga le e i richiedenti asilo respinti dalla Svizzera, poiché la competenza della loro gestione spetta alle autorità di Roma, in virtù della precedente registrazione presso i suoi competenti servizi della migrazione.

La mozione, già passata in giugno alla Camera alta (Consiglio degli StatiCollegamento esterno), è stata approvata martedì anche dal Consiglio Nazionale con 124 voti contro 60 (e 6 astenuti).

Per la maggioranza dei parlamentari elvetici occorre porre fine a una situazione definita inaccettabile, in seguito alla decisione unilaterale dell’Italia dello scorso dicembre (e ribadita in aprile con la dichiarazione dello stato di emergenza) di sospendere gli accordi di DublinoCollegamento esterno in conseguenza dell’aumento dei migranti negli ultimi mesi.

Il Governo si è mosso

La situazione creatasi, è stato sottolineato in aula, è insostenibile, specie per cantoni e comuni su cui gravano gli aspetti logistici e finanziari della sospensione, in particolare quelli legati all’alloggio delle e dei rifugiati che sono in sensibile aumento.

In proposito la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha affermato, a nome dei Governo, di condividere queste preoccupazioni provocate dalla mossa di Roma e di essersi già attivata per attuare le richieste dell’atto parlamentare.

La direttrice uscente del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha precisato di essere infatti già intervenuta a Bruxelles e con Roma, assieme ad altri Paesi, per rendere attenta la Commissione europea della situazione che la Svizzera non intende accettare supinamente.

La mozione, a suo giudizio, è quindi da ritenersi inutile poiché Berna continua a fare pressione sull’Italia affinché rispetti gli accordi di Dublino. Un’opinione condivisa dalla sinistra, che non ha però convinto la maggioranza.

L’interpellanza del presidente UDC Marco Chiesa

Sulla stessa questione lo scorso 15 aprile il presidente dell’UDC (destra) Marco Chiesa aveva chiesto lumi, con un’interpellanza, sulle intenzioni del Governo per far rispettare all’Italia gli accordi sottoscritti Collegamento esternoe sulle eventuali compensazioni.

In proposito il Consiglio federale aveva spiegato cinque mesi dopo che Elisabeth Baume-Schneider ha affrontato la questione durante il suo incontro del 31 maggio 2023 a Roma con il suo omologo italiano Matteo Piantedosi.

L’esecutivo ha inoltre osservato che non è abilitato ad avviare una procedura di infrazione contro l’Italia (e del resto finora nessun paese UE lo ha fatto). In ogni caso, aveva aggiunto, il numero di persone che non hanno potuto essere trasferite in Italia da inizio anno corrisponde a meno del 2% delle domande d’asilo registrate in Svizzera durante il medesimo periodo.

Poco più di 400 persone

Rispondendo alle richieste provenienti dai banchi parlamentari, la ministra di giustizia e polizia ha rivelato che le e i migranti che la Svizzera non ha potuto consegnare all’Italia per i motivi citati sono finora 408.

Questi sono stati nel frattempo presi a carico dalla Confederazione, ha reso noto la ministra giurassiana, e se non adempiranno ai requisiti previsti per restare in Svizzera, saranno respinti nei rispettivi Paesi d’origine (allo stato attuale 81 di loro hanno già ricevuto un permesso di soggiorno temporaneo nella Confederazione da parte della Segreteria della migrazione).

Finora le cifre premiano Berna

Il dibattito odierno sulla mozione di Damian Müller verteva invece sulla proposta di creare alleanze in Europa per portare la discussione sul caso Italia presso il Consiglio dei ministri della giustizia e dell’interno dell’UE (Consiglio GAI).

Una tappa ritenuta necessaria dal parlamentare lucernese per sollecitare successivamente la stessa Commissione Europea ad intervenire per far rispettare il dettato di Dublino.

Elisabeth Baume-Schneider ha riconosciuto che la situazione venutasi a creare è da ritenersi insoddisfacente e che il sistema Dublino mostra delle fragilità.

Ma al contempo non bisogna trascurare il fatto che la Svizzera, ha aggiunto, ne sta ricavando dei vantaggi, nonostante i limiti del sistema: dal settembre 2021 all’ottobre 2023 ci sono stati 3’726 rinvii “Dublino” e 1’560 riprese da Paesi europei, in una proporzione di 2,5 a 1. Da dicembre 2022 a novembre 2023 le cifre parlano di 2’300 rinvii di profughi e di 721 riaccolti (rapporto di 2,8 a 1).

La rappresentante dell’esecutivo federale ha però riconosciuto che l’Italia è confrontata con una situazione difficile: dall’inizio dell’anno oltre 153’000 migranti sono giunti sulle coste italiane, di cui 17’200 minori non accompagnati/e, facendo così segnare un incremento del 60% in un anno.

Coinvolgimento europeo

Non si tratta comunque di una questione bilaterale tra Italia e Svizzera. Non a caso, ha ancora specificato Elisabeth Baume-Schneide, la Svizzera, assieme a Germania, Austria, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca, ha già domandato a più riprese alla Commissione UE di intervenire presso le autorità di Roma.

Al vertice con il suo omologo a fine maggio, Matteo Piantedosi ha assicurato che Roma avrebbe ripreso i trasferimenti non appena sarebbero migliorate le capacità di accoglienza delle e degli stranieri.

La maggioranza chiede ulteriori sforzi da parte di Berna

A nome della commissione parlamentare competente il rappresentante del Centro Gerhard Pfister ha sostenuto che la Svizzera farebbe bene a fornire maggiore sostegno ai Paesi di primo approdo dei migranti, tra cui proprio l’Italia (oltre Spagna e Grecia), in modo da rendere nuovamente possibili i trasferimenti.

Sollecitando quindi Berna ad attivarsi ulteriormente a livello europeo, la maggioranza della commissione (seguita dal plenum) ha aderito alla mozione che ha lo scopo principale di coinvolgere i vertici UE affinché l’Italia sia in grado di adempiere nuovamente ai suoi obblighi nel sistema di Dublino il prima possibile.


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