Il Parlamento respinge il divieto di importazione del foie gras
Il foie gras può ancora essere importato in Svizzera, ma solo se viene esplicitamente etichettato come tale. È quanto ha deciso il Consiglio federale.
Nessun divieto d'importazione del foie gras in Svizzera, ma un obbligo di dichiarazione per i prodotti. Il Consiglio nazionale (la Camera bassa del Parlamento elvetico) ha approvato giovedì con 141 voti a 39 una mozione che era stata modificata dagli Stati (Camera alta) in questo senso.
Durante il dibattito in aula, da più parti è stato rilevato come il consumo di foie gras faccia parte della cultura culinaria di una parte del Paese, la Svizzera romanda, e come un divieto di importazione potrebbe favorire il turismo degli acquisti.
"Il rischio è limitato", ha replicato invano la consigliera Valentine Python (Verdi) a nome della commissione preparatoria, aggiungendo che si tratta oltretutto di un prodotto di nicchia, consumato soprattutto nel periodo natalizio. Per la vodese, la Svizzera non può, da un lato, vietare la produzione di foie gras - che, ricordiamo, consiste nell'alimentare con la forza oche o anatre per alcune settimane prima della loro macellazione - sottoponendo l'agricoltura svizzera a regole severe e, dall'altro, autorizzarne l'importazione.
Per il presidente della Confederazione e consigliere federale Alain Berset il divieto è una misura troppo radicale, che si scontra oltretutto con una serie di accordi commerciali e agricoli sottoscritti a livello internazionale. A suo avviso l'obiettivo di benessere degli animali può essere raggiunto con l'obbligo di dichiarazione dei prodotti.
L'ingozzamento di oche e anatre è vietato in quasi tutti i Paesi europei, con l'eccezione di Francia, Ungheria e Bulgaria. In Svizzera la sua produzione è vietata da oltre 40 anni.
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