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Il nuovo decreto migranti approvato a Cutro

I soccorsi a Cutro.
I soccorsi a Cutro. Keystone / Giuseppe Pipita

Il Governo italiano si è riunito nella cittadina calabrese dove sono annegati almeno 71 migranti. Inasprite le norme contro gli scafisti.

Ad attendere la premier Giorgia Meloni, che ha deciso di convocare giovedì il Consiglio dei ministri nella cittadina calabrese di Cutro, teatro della strage di migranti consumatasi il 26 febbraio scorso a poche centinaia di metri dalla costa, c’era una folla di manifestanti e semplici cittadini.

Peluche sono stati lanciati in direzione di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani mentre sono state cancellate le scritte sui muri contro il ministro dell’Interno Matteo Pinatedosi. Non è in agenda una visita della premier al palazzo dello sport dove sono riunite le bare dei naufraghi e delle naufraghe, così come aveva fatto nei giorni scorsi il Presidente Sergio Mattarella che aveva anche incontrato i familiari delle vittime. 

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Fino a 30 anni agli scafisti

Al centro delle discussioni tra i ministri il nuovo decreto per contrastare l’immigrazione irregolare e agevolare i flussi legali. Su contenuto del decreto in discussione sono stati svelati i primi dettagli: in particolare sono state varate norme più dure per gli scafisti, con pene detentive fino a 30 anni. Previste anche campagne di sensibilizzazione nei paesi di provenienza dei e delle migranti.

“Noi siamo determinati a sconfiggere la tratta di essere umani responsabile di questa tragedia. Se qualcuno pensa che i fatti del 26 febbraio ci abbiano indotto a cambiare linea ha sbagliato”, ha ribadito in conferenza stampa Giorgia Meloni. In prospettiva potrebbe esserci anche un incremento del numero di persone straniere ammesse regolarmente in Italia (fino a 60’000 entro fine anno).

Maggioranza non coesa?

Secondo quanto emerge dalla stampa vi sarebbero comunque divergenze all’interno della maggioranza, in particolare tra Fratelli d’Italia e Lega, con quest’ultima che vorrebbe inserire norme restrittive che riprendano i vecchi “decreti sicurezza” voluti dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Uno scenario non condiviso dalla premier, come testimonierebbe la decisione simbolica di riunire il Governo a Cutro, che vorrebbe sottrarre il dossier migrazione al ministro Matteo Piantedosi – vicino alla Lega e finito nell’occhio del ciclone per alcune sue discutibili affermazioni all’indomani della tragedia – per affidarlo al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

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