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Il Governo svizzero è in linea con la popolazione svizzera, secondo uno studio

L Istituto per la politica economica svizzera esamina la vicinanza del Parlamento ai cittadini
Uno studio dimostra che, contrariamente a quanto si crede, i cittadini svizzeri non vengono ignorati nella politica del governo. © Keystone / Alessandro Della Valle

Quanto i politici e le politiche del Governo federale svizzero rappresentano la popolazione? Un nuovo database dell'Istituto per la politica economica svizzera esamina la vicinanza del Parlamento ai cittadini.

Uno studio dimostra che, contrariamente a quanto si crede, i cittadini e le cittadine della Svizzera non vengono ignorati, scrive la Neue Zürcher Zeitung (NZZ). Analizzando i dati di uno strumento interattivo dell’Istituto per la politica economica svizzera (IWP) dell’Università di Lucerna, il ParlameterCollegamento esterno (da “Parlamento” e “metro”) fornisce nuovi spunti di riflessione sul modo in cui la politica in Svizzera rappresenta la popolazione.

Il design del Parlameter ricorda la piattaforma Smartvote, ma lo strumento non si basa su questionari per gli utenti, bensì sull’espressione del voto in 18 referendum federali delle ultime due legislature. Il Parlameter mostra quindi all’utente come il suo comportamento di voto corrisponde a quello dei membri del Parlamento e dei partiti. Come dice l’IWP, i risultati mostrano le decisioni su questioni concrete invece che sulle promesse elettorali.

Con il 66,5% e il 74,9% di consenso rispettivamente, il Consiglio nazionale (Camera bassa del Parlamento) e il Consiglio degli Stati (Camera alta) sono spesso in linea con la maggioranza della popolazione. Anche un’analisi delle ultime sette legislature contraddice l’idea che il Parlamento svizzero e l’elettorato si siano allontanati. Il livello di accordo sulle questioni sottoposte alle urne è oscillato costantemente tra il 60% e il 72% dal 1995.

Nel complesso, il Parlamento rispecchia le idee della maggioranza maschile della popolazione leggermente meglio di quelle della maggioranza femminile (rispettivamente 67,9% e 63,5%). Tuttavia, per altri parametri la differenza è più significativa. Ad esempio, “le differenze tra i Cantoni sono maggiori rispetto a quelle tra i generi”, spiega alla NZZ il responsabile del progetto Marco Portmann.

L’età e il sesso dei difficilmente giocano il ruolo che viene loro attribuito nei dibattiti sulle politiche identitarie. “Se si guarda a chi rappresenta l’opinione dei giovani elettori, ai primi posti compaiono alcuni parlamentari di lungo corso e uomini anziani”, afferma Portmann.

I cittadini ricchi sono meglio rappresentati

Tuttavia, lo strumento mostra che le persone con un reddito elevato sono meglio rappresentate nel Governo, da sinistra a destra, al di là delle linee di partito, afferma la NZZ. Secondo Portmann, questo fenomeno può essere osservato anche in altri Paesi. Le ricerche dimostrano che le persone ricche tendono a essere più informate e a esercitare più spesso i propri diritti politici. “Inoltre, le persone con un reddito più elevato hanno spesso interessi con una lobby migliore”.

Il Parlameter sfata in parte anche i luoghi comuni. L’immagine del Partito socialista (sinistra) o dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) come partiti dei lavoratori e delle lavoratrici a basso reddito. In tutti i referendum delle ultime due legislature, il Partito evangelico (PEV, centro) o addirittura il Partito liberale radicale (PLR, centro destra) hanno rappresentato le opinioni delle persone a basso reddito meglio dei due partiti del popolo. Portmann ha dichiarato alla NZZ: “Non tutte le persone a basso reddito si schierano automaticamente a destra o a sinistra”. Tra i e le parlamentari che rappresentano la popolazione con un reddito mensile superiore a 9’000 franchi nella top 10 c’erano solo rappresentanti della classe media.

Il Parlameter è uno strumento “ludico” basato sui dati per chi è interessato alla politica. Tuttavia, Portmann non vuole vederlo come una concorrenza a Smartvote, ma piuttosto come un’aggiunta. L'”aiuto alle elezioni” dell’IWP si basa su soli 18 referendum, trasmettendo così un quadro meno complesso rispetto a Smartvote, che copre 30 o 75 quesiti (a dipendenza dell’opzione scelta dall’utente, ndr), scrive la NZZ.

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