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Adozioni internazionali, lo spettro della tratta

Bambini strappati alle madri nei paesi meno fortunati e finiti nel ricco circuito delle adozioni internazionali.

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Anche in Svizzera, secondo quanto sta emergendo in queste settimane, sono stati adottati minorenni che non erano stati abbandonati, come rivela un’inchiesta condotta nei Paesi Bassi che ha messo in luce un traffico di bimbi rubati o venduti provenienti dallo Sri Lanka negli anni ’80.

È quanto ha vissuto Sara, una giovane madre che negli scorsi mesi è andata alla ricerca dei genitori naturali nel paese asiatico e ha scoperto che i suoi documenti erano stati falsificati ad opera di un’organizzazione. Ma la tratta, soprattutto prima della convenzione dell’Aja del 1993, avveniva anche grazie alla connivenza di personaggi nelle nazioni di destinazione.

È il caso dell’agenzia sangallese che si era occupata dell’adozione di Sara la cui titolare, nel frattempo deceduta, era stata coinvolta precedentemente nello scandalo degli affidamenti coatti in Svizzera, minori strappati alle famiglie indigenti o marginali e collocati in istituti speciali o in famiglie contadine per lavorare.

Negli anni ’80 giunsero nella Confederazione più di 700 bimbi dallo Sri Lanka e si sospetta che altri di loro possano essere finiti nella tratta internazionale di minori.

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