Il Tribunale penale di Basilea Città ha condannato giovedì il calciatore della nazionale svizzera Breel Embolo a una pena pecuniaria di 45 aliquote giornaliere da 3'000 franchi con la condizionale per minacce ripetute.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Il giocatore della nazionale rossocrociata Breel Embolo è stato condannato per minacce ripetute avvenute nel 2018. L’accusa aveva chiesto che all’imputato venisse comminata una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere da 3’000 franchi con la condizionale, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione del suo assistito. Il verdetto finale è si 45 aliquote giornaliere da 3’000 franchi con la condizionale.
La vicenda da cui è scaturita la condanna del calciatore, all’epoca dei fatti 21enne, si è svolta a Basilea, dove Embolo si trovava in compagnia di due amici. Il gruppetto si è scontrato con due uomini, si legge nell’atto d’accusa. Nei confronti di uno di loro, Embolo ha esternato minacce quali “Vi anniento! Non sapete chi sono io?”, mentre all’altro ha detto “Farò pestare pure te, figlio di p…”.
In tribunale, Embolo ha dichiarato di essere sceso dalla sua auto per chiedere spiegazioni, in seguito alle provocazioni ricevute da uno dei due uomini. “Non posso escludere di aver detto qualche parolaccia, ma non sono sceso dall’auto per fare del male a qualcuno o per minacciarlo”, ha sottolineato.
Durante la lite uno degli amici del calciatore ha dato improvvisamente un pugno in faccia a uno dei due uomini con il quale stavano avendo l’alterco, rompendogli il setto nasale, scrive il ministero pubblico. Chiamato a processo anche lui, è stato condannato a 10 mesi di prigione con la condizionale per lesioni corporali semplici e altri reati secondari. Ha anche ricevuto una pena pecuniaria di 25 aliquote giornaliere da 40 franchi senza condizionale e dovrà risarcire la persona che ha ferito con 3’000 franchi.
La presidente del tribunale si è basata sui racconti dei testimoni, tre uomini e due donne che sono stati unanimi nel dire che “l’aggressività proveniva da Embolo”, ha detto.
Il calciatore, che non era presente al momento della lettura della sentenza, ha chiesto un risarcimento a causa del “pregiudizio mediatico” e del ritardo del processo, ma la sua richiesta è stata respinta.
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