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Il banchiere Pierin Vincenz condannato a tre anni e nove mesi

Pierin Vincenz
Accolte solo in parte le richieste dell'accusa nel processo a carico dell'ex ceo di Raiffeisen. © Keystone / Ennio Leanza

All'ex patron di Raiffeisen erano contestati profitti illeciti e spese "allegre" in locali a luci rosse addebitate all'istituto in cui lavorava. La procura aveva chiesto sei anni.

L’ex direttore generale del gruppo bancario Raiffeisen Pierin Vincenz è stato condannato a tre anni e nove mesi di carcere,  da scontare,  – e a una pena pecuniaria sospesa, con un periodo di prova di due anni, di 280 aliquote giornaliere da 3000 franchi – per vari capi di imputazione, tra cui appropriazione indebita, amministrazione e falso in documenti.

Vincenz, che ha già espiato 106 giorni di detenzione preventiva, dovrà inoltre versare all’istituto di credito la somma di 236’000 franchi a titolo di risarcimento. La procura aveva chiesto sei anni di carcere per il dirigente bancario che è stato scagionato dalle accuse di corruzione passiva e truffa.

Il tribunale distrettuale di Zurigo ha inflitto quattro anni anche al suo socio d’affari Beat Stocker, ex dirigente di Aduno (oggi Viseca). Ai due condannati vengono rimproverati in particolare profitti illegali conseguiti attraverso partecipazioni occulte detenute in quattro società rilevate dalla banca cooperativa e dalla società di carte di credito Aduno.

A Pierin Vincenz sono stati contestati anche rimborsi spese per oltre mezzo milione di franchi in locali a luce rossa e viaggi privati. Da parte sua l’ex ceo di Raiffeisen aveva chiesto l’assoluzione, pur commettendo errori nei 20 anni di carriera, per non mai agito allo scopo di recare pregiudizio alla banca per cui lavorava.

A suo parziale discapito i giudici hanno riconosciuto che “nessun cittadino comune” è stato danneggiato da questi comportamenti e che i sistemi di controllo interno alla Raiffeisen erano carenti.

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