La televisione svizzera per l’Italia

I protagonisti del cinema da 75 anni a Locarno

Cinema sotto le stelle
Cinema sotto e con le stelle Keystone / Urs Flueeler

Cineasti e attori che sono ospitati dalla rassegna cinematografica ticinese nei servizi della radiotelevisione svizzera (dagli Archivi RSICollegamento esterno).

Il Festival internazionale del film di Locarno, dopo due anni condizionati dalla pandemia, è tornato ai suoi consueti splendori con la moltitudine di cinefili che hanno affollato le sale e la vetrina pregiata di Piazza Grande dove ogni sera si è ripetuto il magico rito delle pellicole proiettate sotto le stelle sull’imponente schermo eretto nel cosiddetto salotto buono della città.

Con l’edizione di quest’anno, che si è appena chiusa, il Filmfestival in riva al Verbano ha celebrato i suoi tre quarti di secolo, durante i quali si sono avvicendati protagonisti mondiali del mondo della celluloide (che da tempo in realtà si è completamente votato alle tecnologie digitali).

Abbiamo voluto ripercorrere una carrellata, che non ha pretese di esaustività, di alcuni dei registi e attori che hanno calcato il palco, prima nella storica cornice del Grand Hotel e successivamente di Piazza Grande, che la televisione svizzera TSI (successivamente RSI) ha incontrato e le cui interviste, divenute documenti storici, sono conservate negli archivi dell’emittente elvetica.  

È il caso di Marlene Dietrich, icona e diva del cinema tedesco e mondiale, giunta nel 1960 al Festival di Locarno per una serata omaggio al Grand Hotel, assieme al regista Josef Von Sternberg che l’ha diretta in sette celebri pellicole, tra cui “L’angelo azzurro” del 1930 che le dette notorietà internazionale.

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Locarno, che ha come missione di far scoprire nuove cinematografie e talenti alle prime loro importanti esperienze, è stato una tappa anche per Milos Forman, che nel 1964 vinse la Vela d’oro per la sua opera prima “L’asso di picche”. Nel servizio di Marco Blaser il regista ceco e Jean-Luc Godard, che in quell’edizione ha presentato il suo “Bande à part”.

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L’anno dopo Marco Bellocchio si è aggiudicato la Vela d’argento con il suo film d’esordio “I pugni in tasca” su cui il regista italiano si è intrattenuto nel servizio che segue con Marco Blaser.

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Il filmfestival, in anni più recenti, ha ospitato anche due grandi registi e interpreti comici come Massimo Troisi e Roberto Benigni. L’attore partenopeo è giunto a Locarno nell’agosto 1981 sulla scia del grande successo del suo “Ricomincio da tre”. Una dimostrazione della sua verve comica l’ha offerta nell’intervista ai colleghi della televisione svizzera.

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Scenario analogo con Roberto Benigni cinque anni dopo che racconta, a modo suo, l’esperienza con Jim Jarmush che lo ha diretto in Daunbailò. Nell’intervista di Michele Fazioli l’attore aretino era affiancato dalla futura moglie Nicoletta Braschi, anch’essa nel cast della pellicola americana.

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Il regista statunitense, uno dei cineasti più noti della scena indipendente americana, era già stato protagonista due anni prima, nel 1984, a Locarno con il suo “Stranger Than Paradise”, dove aveva vinto il Pardo d’oro per il migliore film, dopo che a Cannes era stato premiato con la Caméra d’or.

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L’anno precedente si era invece fatto conoscere Spike Lee che al concorso di Locarno aveva vinto il Pardo d’argento con il suo film d’esordio “Joe’s Bed-Stuy Barbershop: We Cut Heads” che già delineava gli stilemi caratteristici della sua cinematografia pungente e arguta.

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Un’altra icona del cinema made in Usa, alternativo alle Majors, aveva fatto la sua comparsa in quegli anni in riva al Verbano: John Turturro che nel 1992 ha presentato nel programma di Piazza Grande il suo film d’esordio “Mac” che descriveva la difficile vita sui cantieri americani di cui ha conoscenza diretta.

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Ma a Locarno è passato anche l’”altro” cinema, quello hollywoodiano che tra i suoi protagonisti annovera senza dubbio Sandra Bullock che nel 1994 ha presentato a Locarno “Speed”. Nell’intervista rilasciata alla televisione svizzera l’attrice americana racconta della sua popolarità che le ha arrecato la pellicola di Jan de Bont.   

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L’anno dopo è stata la volta di Matt Dillon, protagonista del film “Da morire (To Die For)” di Gus Van Sant proiettato sullo schermo di una gremita Piazza Grande. Della pellicola parlano alla Tsi l’attore e il regista.

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Non va comunque dimenticato il cinema europeo che la manifestazione cinematografica elvetica propone costantemente nelle sue varie sezioni. Nel 1989 fuori concorso era stato presentato “Ariel” del celebre regista finlandese Aki Kaurismäki. Per l’occasione il cineasta aveva rilasciato ai colleghi della radiotelevisione svizzera Drs una lunga intervista in cui spiega la sua particolare visione sul cinema.  

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E che dire di Penelope Cruz, che subito dopo il successo di “Jamon jamon” di Bigas Luna è stata ospite, a soli 19 anni, a Locarno con “La ribelle” di Aurelio Grimaldi. Nell’intervista la musa di Pedro Almodovar offre una testimonianza di tutto il suo fascino, misto al candore che traspariva dalla sua giovane età.

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