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I ghiacciai ticinesi agonizzano

ghiacciaio
I sei principali ghiacciai a sud delle Alpi sono destinati a scomparire. © Keystone / Jean-christophe Bott

Quella dei ghiacciai ticinesi è la cronaca di una scomparsa annunciata: entro 10 anni potrebbero non esserci più, se ci saranno ancora inverni con poca neve ed estati bollenti. Il ghiacciaio del Cavagnoli, per esempio, è arretrato di 300 metri, e sarà il primo a non sopravvivere.

L’arretramento medio dei ghiacciai ticinesi negli ultimi 12 mesi è stato di 2-3 volte superiore rispetto a quanto registrato negli ultimi anni. Oltre al record del Cavagnoli, si sono ritirati anche il Basodino (29 metri), il Valleggia (29 metri), il Bresciana (18,5 metri), il Corno (16 metri) e il Tencia (15 metri).

Stando a quanto affermato da Mattia Soldati dell’Ufficio dei pericoli naturali e degli incendi ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana, “i record di scioglimento del 2003 sono stati polverizzati”.

Non finiscono qui le brutte notizie: tutti questi ghiacciai potrebbero non superare i prossimi 10 anni. Il Basodino, per esempio, ha perso 12 metri di spessore in meno di 20 anni. È però il Cavagnoli quello destinato a lasciare dietro di sé rocce e detriti per primo.

Lo scioglimento ha inoltre effetti collaterali, come spiega Soldati: “Il limite di equilibrio per la sopravvivenza dei ghiacciai è di 4’000 metri troppo alto per il Ticino. Soluzioni non ci sono, men che meno i teli di protezione (come si è invece fatto per altri ghiacciai elvetici più grandi, ndr). Pare di essere di fronte ad un’agonia che possiamo solo guardare”.

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