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Gli ogm possono attendere (per il momento)

Manifestazione anti-ogm tenutasi recentemente a Morges.
Manifestazione anti-ogm tenutasi recentemente a Morges (Vaud). © Keystone / Jean-christophe Bott

Una larga maggioranza (144 voti contro 27 e 19 astenuti) alla Camera bassa (Consiglio Nazionale) ha aderito al progetto di legge del governo che proroga al 2025 la moratoria sulla coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm) su suolo elvetico.

È la terza volta che Berna differisce il termine sull’uso delle sementi sintetizzate in laboratorio, da quando nel 2005 il popolo accolse alle urne una modifica costituzionale in tal senso (la coltivazione di ogm, soggetta a tassative condizioni, è consentita solo a titolo sperimentale e di ricerca).

La proposta ha riscosso ampi consensi in fase di consultazione e il voto dell’aula, che dovrà ora essere replicato agli Stati, ne rispecchia le conclusioni (solo San Gallo, tra i cantoni e liberali e Verdi liberali hanno espresso dissenso).

“La moratoria è una soluzione di facilità che non può più essere giustificata”, ha detto la plr (liberale) ginevrina Simone de Montmollin, preoccupata per le ricadute negative su ricerca e l’innovazione. “Occorre fare un passo nel 21esimo secolo”, autorizzando le nuove tecnologie, ha continuato la deputata ginevrina.

Le ha risposto la Verde Valentine Python secondo cui il parlamento intende chiarire alcuni aspetti giuridici in relazione a nuove tecnologie di ingegneria genetica, prima che si giunga a una revoca della moratoria. In mezzo i Verdi liberali che, per bocca di Martin Baümle, hanno chiesto (senza successo) di autorizzare almeno le piante derivanti dal cosiddetto “editing genomico”, ovvero modificate senza l’introduzione di materiale genetico proveniente dall’estero.

Mentre per il socialista vallesano Emmanuel Amoos in un territorio così piccolo come quello elvetico, contadini e produttori avrebbero delle difficoltà a mantenere colture senza ogm.

Alla fine, pur respingendo le proposte di Plr e Verdi liberali, il plenum non ha scartato l’ipotesi che le nuove tecnologie possano in futuro (dopo il 31 dicembre 2025) offrire nuove opportunità.

Il Nazionale ha tacitamente adottato anche un postulato con il quale si chiede al governo di presentare un rapporto che risponda agli interrogativi riguardanti una possibile coesistenza di diversi tipi di agricoltura, la libertà di scelta dei consumatori e i rischi di queste nuove tecnologie di ingegneria genetica.

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