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Gli edili scendono in piazza

Una vertenza piuttosto complicata quest anno.
Una vertenza piuttosto complicata quest'anno. © Keystone / Ennio Leanza

Il Ticino fa da apripista alle mobilitazioni che si terranno in tutto il Paese nel settore dell’edilizia per il mancato rinnovo del contratto nazionale mantello che scade a fine anno.

Dopo il fallimento delle trattative con i rappresentanti dei costruttori gli edili si sono astenuti dal lavoro nel cantone italofono e duemilacinquecento di loro hanno invaso il centro di Bellinzona.

La manifestazione è stata indetta unitariamente dai sindacati Organizzazione cristiano sociale (Ocst) e Unia contro la supposta chiusura della controparte sulle proposte avanzate dai salariati.

Cinque round negoziali a vuoto

Nei cinque incontri svoltisi finora non si sono registrati progressi e la scadenza del 31 dicembre si sta avvicinando, tanto che a questo punto l’ipotesi di un vuoto contrattuale non sembra del tutto remota e forse non dispiacerebbe a tutti.

Nel corso di un’ampia consultazione svoltasi a livello nazionale oltre 20’000 edili – nella misura del 92% – si sono espressi a favore di azioni di sciopero nella Confederazione.

Il nodo principale riguarda la proposta dei costruttori di introdurre un orario flessibile con turni che possono arrivare alle 12 ore al giorno e 58 alla settimana. Attualmente il monte orario di 2’112 ore è fissato in anticipo per l’intero anno e il timore dei sindacati è che il modello di lavoro su chiamata diventi generalizzato.

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Inoltre vengono chieste una maggiore protezione per i lavoratori più anziani, il pagamento delle ore di trasferta e regole chiare sulle condizioni avverse (canicola) e aumenti salariali superiori all’inflazione.

Per la Società svizzera degli impresari costruttori (Ssic) i sindacati, accusati di promuovere illegalmente azioni di disturbo sui cantieri, gli scioperi in corso mandano “segnali sbagliati”. Ma a pesare sul quadro generale del settore sono anche l’aumento del prezzo delle materie prime e l’aumento dei tassi. 

Il 21 ottobre è prevista un’ulteriore tornata negoziale in cui si potrà constatare se vi saranno progressi nelle trattative.    

Agitazioni anche in Swiss

Sempre in tema di vertenze sul lavoro c’è da annotare anche la mobilitazione nel mondo dell’aviazione civile. Domenica Aeropers, associazione dei piloti Swiss, ha votato in favore di misure di lotta sindacale per il contratto collettivo scaduto in aprile.

Gli scioperi scatteranno qualora non sarà raggiunta un’intesa negli incontri del 23 e 24 ottobre.   


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