Ha segnato l'infanzia di generazioni di telespettatori e telespettatrici della RSI (allora TSI).
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Il mitico micio "a strisce" debuttò nel 1973 e divenne popolarissimo, anche fuori dai confini svizzeri. Le sue avventure, sempre irresistibili, si trovano sul sito RSI, nella sezione "Rivediamoli".
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RSI News
Il cinquantesimo compleanno è un momento importante, uno di quelli da festeggiare. Cinquant’anni fa i piccoli telespettatori facevano la conoscenza del Gatto Arturo. E che gatto. Uno che girava in monopattino, vestito a strisce. Un personaggio della RSI divenuto popolarissimo negli anni ’70, non solo in Svizzera. All’epoca, infatti, quella che ai tempi si chiamava TSI, beneficiava di un pubblico particolarmente vasto, anche al di fuori dei confini nazionali.
L’irresistibile gatto è un mito, che ha regalato parecchi sorrisi e risate. Ma Arturo è qualcosa di più, un pezzo di storia della RSI. La sua nascita la dobbiamo a un team creativo eccezionale: la conduttrice Adriana Parola, il marito regista Fausto Sassi, e l’artista e scenografo Fredi Schafroth. Proprio Fredi, dalla fine degli anni ’70, è autore e animatore di sigle e disegni di programmi per i più piccoli, come “Lavoricchio”, presentato da Adriana. È in seguito a quell’esperienza che Arturo fa la sua comparsa. Un’altra famosa creazione del trio Parola-Schafroth-Sassi è il cane Peo, ancora oggi nei programmi RSI.
All’inizio Arturo sarebbe dovuto essere un pappagallo
L’idea innovativa di Fredi Schafroth è stata quella di creare un personaggio che potesse spostarsi e interagire con l’ambiente circostante, diversamente da come succedeva nei classici programmi per bambini fino a quel momento. Partecipando a un concorso, lo scenografo aveva inizialmente pensato di proporre un pappagallo, estroverso e colorato. Ma poco prima di presentare il progetto, cambiò idea: un gatto silenzioso, discreto ma curioso, poteva essere il personaggio ideale per divertire i più piccoli. Il modo stesso in cui era stato concepito Gatto Arturo permetteva ai bambini d’immedesimarsi in lui, quando si cimentava in attività improbabili e “combinava casini”. Parte del divertimento veniva proprio da questo.
Il debutto del Gatto Arturo
Arturo debutta nel gennaio 1973 nella trasmissione “Ghirigoro”, ancora in bianco e nero. Il successo è immediato, cresce ancora di più con la seconda stagione del programma e l’arrivo del colore in televisione. Arturo, senza volerlo, diventa testimonial di questa svolta. Il micione poco a poco conquista uno spazio sempre maggiore… Fredi non avrebbe mai immaginato che, oltre ad averlo ideato, sarebbe stato lui stesso a interpretarlo.
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Le avventure del Gatto Arturo, però, non mettono solo in luce un simpatico pasticcione, perché attraverso di lui, col divertimento, i bambini scoprono anche attività sportive, quelle della vita quotidiana e i mestieri. Dei circa 100 filmati di Arturo degli archiviCollegamento esterno, uno dei più memorabili è un numero con gli artisti del circo Knie.
Un modo di fare televisione irripetibile, con ritmi diversi rispetto ad ora, ma ancora oggi, rivedendo Arturo in azione, è impossibile non essere riconquistati dalla sua simpatia
Nel dicembre 1979 il Gatto Arturo si congeda dal pubblico, al quale viene semplicemente detto che parte per l’America, accompagnato da Adriana. In seguito le avventure verranno replicate con un nuovo montaggio e l’aggiunta di alcune nuovissime scene, ma dagli anni ’80 in poi Adriana, Fredi e Fausto saranno soprattutto all’origine di altri programmi storici come “La bottega del signor Pietro”, “Peripicchioli” e appunto “Peo”.
Oggi il costume originale di Arturo si trova al Museo della comunicazione di Berna.
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