Secondo mandato esplorativo in pochi giorni in Italia per cercare di superare l'impasse seguita al voto dello scorso 4 marzo, in cui nessuno schieramento ha ottenuto la maggioranza alle Camere.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 23.4.2018)
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Nel tardo pomeriggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito l’incarico a Roberto Fico con il preciso s
copo, secondo quanto ha precisato Ugo Zampetti, segretario generale del Quirinale, di “verificare un’intesa per una maggioranza parlamentare tra il Movimento Cinque Stelle e il Pd per costituire il governo”.
Il neopresidente della Camera grillino dovrà riferire giovedì al capo dello Stato l’esito delle consultazioni. La settimana scorsa la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati aveva approfondito, su indicazione dello stesso Mattarella, l’ipotesi di un accordo tra centrodestra e M5S che, nonostante vari ammiccamenti, si è rivelata impraticabile.
In questa fase infatti Matteo Salvini (Lega) non sembra intenzionato a dar seguito al veto pentastellato nei confronti del partito di Silvio Berlusconi. Del resto lo stesso risultato di ieri alle regionali molisane, che ha visto l’affermazione della coalizione conservatrice e, al suo interno, di Forza Italia, sembra sconsigliare fughe in avanti da parte dell’alleato leghista.
Resta quindi sul tavolo, prima di delineare eventuali esecutivi istituzionali, tecnici o del presidente, solo l’opzione M5S-Pd, che però viene osteggiata da gran parte dei dem, a partire dai fedelissimi dell’ex segretario Matteo Renzi.
Potrebbe sembrare un tentativo velleitario, soprattutto alla luce delle scorie accumulate durante la campagna elettorale tra le due formazioni politiche, ma dopo che in giornata si è consumata definitivamente la rottura tra Di Maio e Salvini, è giunta un’inaspettata apertura del segretario pd ad interim Maurizio Martina, che ha aperto al dialogo “se finiranno le ambiguità”. Entro giovedì comunque se ne saprà di più.
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