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Fonti rinnovabili, Berna vuole sostenere la produzione locale

Impianto di produzione di biogas a Ibach (Svitto).
Impianto di produzione di biogas a Ibach (Svitto). © Keystone / Gaetan Bally

La Confederazione cerca di voltare pagina in ambito energetico rafforzando il sostegno alle fonti rinnovabili.

Una questione che è tornata d’attualità con il conflitto in corso in Ucraina che ha reso ancora più evidenti le criticità dovute alla dipendenza dall’estero.

L’ordinanzaCollegamento esterno del governo federale appena messa in consultazione – al riguardo le Camere federali avevano adottato un pacchetto nella scorsa sessione autunnale – prevede tutta una serie di incentivi e agevolazioni che, tra le altre cose, prevedono contributi di investimento per gli impianti eolici e geotermici.

Le misure nel dettaglio

Questo tipo di sostegni viene esteso per la produzione idroelettrica e da biomassa mentre gli impianti fotovoltaici, senza consumo proprio, in futuro beneficeranno di rimunerazioni uniche più elevate, che potranno arrivare fino al 60 % dei costi di investimento.

Sarà anche introdotto un bonus invernale per gli impianti fotovoltaici. Da sottolineare il fatto che per il ramo delle biomasse viene introdotto un nuovo incentivo, vale a dire il contributo ai costi d’esercizio.

I contributi d’investimento degli impianti di produzione di biogas che impiegano biomassa agricola saranno pari al 60% dei costi d’investimento computabili. Per le centrali elettriche a legna e gli altri impianti di produzione sarà del 40%, per gli impianti del settore pubblico, per i forni per l’incenerimento di fanghi e gli impianti a gas di discarica, del 20%.

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Mozione a favore del biogas indigeno

Ma in questo ambito è stata anche depositata alcuni giorni fa una mozione, sostenuta trasversalmente da tutti i partiti, che propone sostegni concreti ai produttori di biogas che immettono energia in rete.

Secondo gli esperti il biometano è molto più efficiente, avendo una resa doppia rispetto all’elettricità prodotta con il gas tradizionale. E secondo i loro calcoli potrebbe da solo sostituire quasi la metà del metano importato dalla Russia, che in Svizzera copre il 50% del totale.

Ma attualmente i costi di produzione sono troppo elevati e, senza sovvenzioni pubbliche, i prezzi non sono competitivi nei confronti del gas importato. Inoltre nelle zone agricole, dove dovrebbero sorgere questi piccoli impianti, il regime autorizzativo scoraggia i potenziali investitori.

Ma la mozione promossa dalla lucernese Priska Wismer (Alleanza di centro) promette di rimuovere molti di questi ostacoli, garantendo soprattutto un aiuto concreto dallo Stato.   

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