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L’ex Alcoa di Portovesme alla luganese Sider Alloys

Riprenderà il lavoro negli stabilimenti di Portovesme in Sardegna
Riprenderà il lavoro negli stabilimenti di Portovesme in Sardegna Keystone

A Portovesme (Sulcis) si tornerà dopo 4 anni a produrre alluminio grazie alla svizzera Sider Alloys che è pronta a investire 135 milioni di euro per riavviare gli impianti dell’ex Alcoa in Sardegna.


Al Ministero dello sviluppo economico (Mise) a Roma è stato firmato oggi l’accordo per la cessione dello stabilimento di Portovesme (ex Alcoa) da Invitalia (la partecipata dello Stato italiano che aveva rilevato gli impianti dalla società statunitense) al gruppo elvetico che ha sede a Lugano.

“Per noi la vicenda Alcoa è simbolica, oltre che concreta, – ha detto il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda – perché la sua crisi nasce dall’idea che determinate produzioni in Occidente – e in particolare in Italia – non si potessero più fare”. L’Italia, ha aggiunto il politico italiano, “è importatrice di alluminio e per noi è importante aver dato una prospettiva ad azienda e operai”.

Per l’ad del gruppo luganese Giuseppe Mannina “l’operazione nasce con l’obiettivo di allargare l’attività alla produzione di alluminio, insediandoci in un mercato molto rilevante per l’utilizzo di questo metallo, ed è anche un segnale di fiducia verso l’Italia, il mio paese d’origine”.

La Sider Alloys, che nel 2017 ha conseguito ricavi aggregati per oltre 600 milioni di euro, è stata fondata nel 2010 e opera nella distribuzione di ferroleghe per il settore metallurgico in oltre 30 paesi.

Con il passaggio di proprietà dalla statunitense Alcoa alla svizzera SAider Alloys finirà il calvario degli stabilimenti di Portovesme iniziato nel 2012 con il fermo delle celle elettrolitiche e la mobilitazione di parte del personale, prima della chiusura definitiva nel 2014.

Il piano del gruppo elvetico prevede la produzione di circa 150 mila tonnellate annue di alluminio primario e l’inserimento di 376 lavoratori diretti e 70 a contratto.


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