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Fine della quarantena e del telelavoro obbligatorio in Svizzera

Berset e Cassis
"Oggi è una bella giornata perché è l'inizio di una nuova fase". Keystone / Anthony Anex

Il Consiglio federale oggi ha inoltre posto in consultazione anche l'abrogazione delle altre misure anti-Covid-19 con due diverse varianti a dipendenza dell'evoluzione della situazione epidemiologica.

“Oggi è una bella giornata, perché segna l’inizio di una nuova fase in questa lunga e difficile crisi. La pandemia non è finita, ma vediamo finalmente una una luce all’orizzonte”, ha detto il presidente della Confederazione Ignazio Cassis aprendo la consueta conferenza stampa dopo la seduta del governo.

La situazione negli ospedali è rassicurante poiché non vi è sovraccarico delle strutture sanitarie malgrado le cifre record delle infezioni, e l’occupazione delle unità di terapia intensiva è diminuita. Tutto lascia supporre che la fase acuta dell’epidemia si concluderà presto. La variante Omicron causa meno decorsi gravi e si è raggiunta un’elevata immunità nella popolazione grazie alla vaccinazione e alle infezioni. “Stiamo riconquistando gran parte della libertà e questo grazie soprattutto alla vaccinazione, che rimane essenziale per proteggersi contro la diffusione del virus”, ha proseguito Cassis.

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Allentamento delle misure

Viste le premesse positive, il Consiglio federale ritiene che sia giunto il momento di allentare le misure di protezione a partire dall’obbligo del telelavoro e della quarantena, che saranno abrogati immediatamente, dati che tali allentamenti erano già stati oggetto di una precedente consultazione. Il telelavoro rimane comunque raccomandato poiché si è rivelato efficace per proteggere il personale. Rimane inoltre in vigore l’obbligo di indossare una maschera sul posto di lavoro.

Per la prima volta dall’inizio della crisi sanitaria sarà pure abolita la “quarantena da contatto”, già limitata ai membri di una stessa famiglia dal 12 gennaio. Dalle 24 di oggi le quarantene saranno revocate, ha precisato il consigliere federale Alain Berset. Di conseguenza sono abrogate anche le disposizioni dell’ordinanza COVID-19 sull’indennità di perdita di guadagno in caso di quarantena dei contatti. Rimane invece in vigore l’isolamento di cinque giorni per chi è risultato positivo al coronavirus in modo da evitare che infetti altre persone.

Apertura completa dopo il picco

Parallelamente il Consiglio federale ha avviato una consultazione, che terminerà il 9 febbraio, per la revoca delle misure rimanenti in funzione del superamento del picco pandemico. La situazione odierna permette di essere ottimisti per il futuro. Il 16 febbraio il Consiglio federale definirà le nuove tappe per gli allentamenti rimanendo fedele alla linea che ha seguito fin dall’inizio della pandemia, ossia una strategia basata sui fatti e la situazione epidemiologica del momento, ha aggiunto Berset.

La prima variante prevede un’apertura completa e l’abrogazione in un sol colpo delle disposizioni già il 17 febbraio se il picco epidemico sarà superato. Sarebbero cancellati l’obbligo di certificato per ristoranti, le manifestazioni e le strutture culturali o si svago, l’uso della mascherina sui trasporti pubblici, nei negozi e negli spazi chiusi accessibili al pubblico, le restrizioni per gli incontri privati e l’autorizzazione per i grandi eventi. Rimarrebbero in vigore solo il piano di protezione per i grandi eventi, le misure per tutelare le persone particolarmente vulnerabili e l’isolamento per i positivi. I Cantoni dovranno esprimersi sull’opportunità di mantenere l’obbligo della mascherina nei trasporti pubblici, nel commercio al dettaglio e nelle strutture sanitarie.

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Questa variante comporta il rischio di una nuova accelerazione dei contagi, per questo sarà applicata solo in caso di superamento del picco dei casi. Inoltre l’immunizzazione della popolazione dovrà essere sufficiente e il numero di infezioni e di ricoveri in diminuzione, sottolinea il governo.

Apertura a tappe se permane incertezza

Se invece il 16 febbraio la situazione sarà ancora incerta, si procederà per gradi in modo da valutare gli effetti di ogni tappa. In un primo tempo saranno aboliti l’obbligo di certificato per ristoranti, eventi e strutture ricreative o culturali (l’obbligo di consumare seduti nei ristoranti rimane in vigore), le restrizioni per le riunioni private, il permesso per i grandi eventi all’aperto, e si prevede il ritorno alla regola 2G dove oggi si applica la regola 2G+ (discoteche, piscine coperte, attività sportive intensive o musica per banda). Le altre misure di protezione (2G, permesso per grandi eventi al chiuso e obbligo di mascherina) verrebbero abrogate in un secondo tempo.

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Requisiti alla frontiera

La consultazione riguarda anche altri adeguamenti come ad esempio i requisiti per l’entrata in Svizzera, in particolare la revoca dell’obbligo di test per le persone non vaccinate e non guarite e della raccolta di dati di contatto. Si propone anche l’eliminazione dei cosiddetti certificati Swiss Covid, per esempio per i turisti o dopo i test rapidi per anticorpi o antigeni. Continueranno invece ad essere rilasciati i certificati riconosciuti anche dall’Ue visto che sono necessari per i viaggi internazionali e in alcuni paesi anche per accedere a ristoranti e musei. Il Consiglio federale ha anche proposto nuove linee guida per il rimborso dei farmaci per il trattamento ambulatoriale del Covid-19.

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