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La complessità dell’adolescenza in una pellicola svizzera

Ragionare sul complesso mondo interiore di un’adolescente è un’impresa complicata. Ancora di più quando si racconta una storia che nasconde elementi sinistri e possibili violenze. Presentato a Venezia, il film elvetico “Sarah joue un loup-garou”, della regista esordiente Katharina Wyss, riesce nell’impresa. Il servizio della Radiotelevisione svizzera. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 settembre 2017 minuti
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 04.09.2017)
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La presenza elvetica ai grandi festival del cinema non è sempre scontata. Il primo lungometraggio della regista Katharina Wyss, "Sarah joue un loup-garouLink esterno" merita però di essere citata per diversi motivi. Presentato alla settimana della critica, il film affronta un tema complesso: le passioni e le fragilità di uno dei momenti più difficili, complicati e fertili dell’esistenza di ogni persona, ovvero l’adolescenza. Un soggetto che la pellicola illustra con abilità e in modo non scontato anche grazie all'interpretazione della 18enne Loane Balthasar che dà un volto alla protagonista Sarah. 

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