“Fattoria degli orrori”: otto mesi con la condizionale all’ex allevatore
Un tribunale della Svizzera nord-orientale ha inflitto a un ex agricoltore una pena detentiva di otto mesi con la condizionale in uno dei casi di crudeltà sugli animali che hanno suscitato più scalpore nel Paese negli ultimi anni.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Nella sentenza di martedì, il tribunale distrettuale del Canton Turgovia ha ritenuto l’ex agricoltore colpevole solo di una parte degli abusi denunciati dal pubblico ministero. Non ha seguito la richiesta dell’accusa di una pena detentiva di oltre sei anni nei confronti del 54enne, la cui fattoria è stata chiusa nell’agosto 2017. La difesa aveva chiesto l’assoluzione, citando lacune procedurali.
L’ex fidanzata dell’agricoltore è dal canto suo stata condannata a una pena pecuniaria sospesa con la condizionale per infrazione alla legge sulla protezione degli animali. Dopo la chiusura della fattoria, si è recata prima della polizia in un alpeggio gestito dall’agricoltore per impossessarsi di due cavalli e affidarli a un contadino prima di venderli. Altri tre co-accusati sono stati assolti, compresi due macellai.
Secondo il tribunale, l’imputato è stato negligente nel trattamento del bestiame, compresi i cavalli. Molti altri capi d’imputazione sono però caduti.
Il tribunale ha riconosciuto all’uomo 6’000 franchi svizzeri per danni morali dovuti alla copertura mediatica “negativa” al momento della chiusura della fattoria nell’agosto 2017. Le autorità avevano deciso di chiuderla a causa delle cattive condizioni in cui erano detenuti gli animali.
Il caso era scoppiato il 3 agosto 2017, dopo che il quotidiano Blick aveva pubblicato le foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati, scattate da una ex dipendente dell’allevatore. Quattro giorni più tardi, diversi attivisti per la protezione degli animali avevano assistito a debita distanza allo sgombero forzato della fattoria. Erano stati prelevati circa 250 animali tra cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e lama. Novanta cavalli erano poi stati venduti all’asta, mentre gli animali in cattive condizioni di salute erano stati abbattuti.
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