Assolto poliziotto che uccise un cittadino congolese
I giudici del Tribunale criminale dell'est vodese hanno assolto mercoledì un agente di 52 anni dall'accusa di omicidio intenzionale. Il poliziotto ha agito per legittima difesa.
Legittima difesa o gesto sproporzionato del prevenuto? Era questa la domanda a cui dovevano rispondere i cinque giudici della Corte. E la risposta è chiara: il poliziotto ha agito “per autodifesa e ha fatto uso proporzionato della sua arma da fuoco”, ha dichiarato Anne-Catherine Page, presidente del tribunale, che si è allineato sulla requisitoria del Ministero pubblico.
La Corte ha ritenuto che l’agente non avesse altre possibilità di respingere l’assalitore armato di coltello. “L’attacco era imminente, serio e illecito”, secondo il verdetto letto dalla presidente. Il poliziotto rischiava di essere colpito al viso o al collo.
I fatti risalgono al 6 novembre 2016 e sono avvenuti a Bex, nel Canton Vaud. Le forze dell’ordine erano state informate che un individuo, apparentemente alterato, aveva forzato la porta di un appartamento, dove un uomo stava dormendo. Era entrato con in mano un coltello avvolto in un panno e aveva finto di tagliargli la gola per poi lasciare l’appartamento senza toccarlo. Due pattuglie si erano recate sul posto. Il congolese, un padre di famiglia di 27 anni, si era messo a correre verso gli agenti nella tromba delle scale brandendo il coltello.
Dopo avergli intimato di fermarsi, quando ormai era a un metro da lui il caporale oggi a processo aveva sparato tre colpi in direzione dell’aggressore, due dei quali lo avevano colpito, al petto e alla coscia destra. Gli agenti avevano poi chiamato i soccorsi ed effettuato un massaggio cardiaco all’uomo, che però è morto sul posto a causa di una ferita ai polmoni e di un’emorragia interna. L’autopsia ha rivelato la presenza di MDMA nel sangue della vittima, una droga che può alterare lo stato di coscienza.
Secondo l’atto d’accusa quel giorno i poliziotti, che erano equipaggiati con giubbotti antiproiettile e guanti para-coltelli, non avevano usato i loro manganelli e lo spray al pepe. Inoltre, i cinque agenti intervenuti non avevano potuto comunicare tra di loro con la radio poiché era fuori servizio.
La morte del congolese aveva suscitato numerose reazioni. Diverse centinaia di persone avevano manifestato alcuni giorni dopo la sua morta a Losanna per rendere omaggio alla vittima e denunciare una “profilazione razziale” della polizia. Anche la Repubblica democratica del Congo aveva chiesto alle autorità svizzere spiegazioni in merito all’uccisione del giovane.
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 31.3.2021)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.