Fallisce FTX, finanza digitale in crisi
FTX, una delle più importanti piattaforme di scambio di criptomonete al mondo, è fallita a causa della mancanza di liquidità. Un fallimento a causa del quale il mondo della finanza digitale è attualmente in piena tempesta.
“FTX non è in grado di elaborare prelievi. Sconsigliamo di depositare denaro”: questa la scritta che da qualche giorno appare in apertura del noto sito di scambio di criptovalute, che venerdì ha dichiarato il fallimento, mettendo il subbuglio il mondo della finanza digitale.
FTX era una delle piattaforme di scambio di criptomonete più grandi al mondo, valutata a circa 32 miliardi di dollari. È stata una mancanza di liquidità a farla cadere nel precipizio. Mancanza causata dall’improvvisa richiesta di rimborsi pari a 6 miliardi di dollari, che l’azienda non ha saputo soddisfare. Questo incremento di richieste è legato al fatto che negli scorsi giorni si erano scoperto alcuni finanziamenti poco chiari efettuatu dall'ormai ec CEO di FTX Samuel Bankman Fried aun'altra società da lui controllata.
Chi è Bankman Fried? Un giovane genio ribelle del mondo digitale, una laurea in matematica al prestigioso Massachussets Institute of Technology (MIT) e consigliere di VIP e politici di fama internazionale. Prima del default, Fried aveva in tasca un gruzzolo di 23 miliardi di dollari. Ora, secondo Forbes, le sue possessioni sono scese in pochi giorni sotto il miliardo.
Il crollo di FTX – che ha portato anche al crollo delle maggiori monete digitali, come Bitcoin ed Ethereum – è solo l’ultimo di alcuni fallimenti importanti nel mondo crypto. Si tratta del terzo grande crash del 2022, dopo il crollo della moneta digitale Terra e la bancarotta della società di prestiti Celsius.Centinaia di migliaia d'investritori sonoora rimasti senza soldi. Tra questi anche alcuni fondi pensionistici americani e canadesi, che avrebbero perso milioni.
“È una notizia che preoccupa”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI il CEO di CheckSig e docente all’Università Milano-Bicocca Ferdinando Ametrano. Secondo lui, il fondo non si è ancora toccato e il rischio di altri fallimenti è grande. Questo crollo “è quello che fa una pulizia più o meno radicale. Ora si tratterà di ricostruire anche una reputazione”. Servono ora, secondo il professore, regole chiare in un settore dove chiunque si può spacciare per esperto.
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