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Eolico, la Svizzera cerca di recuperare il ritardo accumulato

Il parco eolico di Sainte-Croix di proprietà di Romande Energie.
Il parco eolico di Sainte-Croix di proprietà di Romande Energie. © Keystone/ Valentin Flauraud

Respinti i ricorsi contro due parchi eolici nei cantoni di Neuchâtel e Berna ma gli oppositori si mobilitano contro un analogo progetto sul Mont Sujet (massiccio del Giura).

L’eolico, una delle fonti guida per la transizione energetica avallata anche dalle autorità federali, continua a dividere il Paese tra fautori della decarbonizzazione e gruppi che si battono contro, a loro dire, deturpazione del paesaggio, minacciato dalle gigantesche pale di questo tipo di impianti.

Anche i percorsi politico-istituzionali per la loro realizzazione sono tutt’altro che lineari, con successi parziali dei primi cui si contrappongono punti a favore dell’altro fronte. Ne è una testimonianza la cronaca odierna, che fa segnare una vittoria nei tribunali dei primi cui è seguita, in altra parte del Paese, la mobilitazione degli avversari. Ma procediamo con ordine.

Il Tribunale federale (TF) ha respinto i ricorsi presentati contro i parchi eolici di Montagne-de-Buttes (Neuchâtel) e Montagne de Tramelan (Berna), due progetti di interesse nazionale che sono stati ritenuti dai giudici di Losanna conformi ai vari standard ambientali.

Le argomentazioni giuridiche

Nel caso del progetto di Neuchâtel, la prima Corte di diritto pubblico ha stabilito che l’interesse pubblico nella produzione di energia elettrica supera le argomentazioni degli oppositori, che hanno sollevato rilievi sul coordinamento intercantonale, sulla prevista produzione annuale e la presunta nazionale.

In considerazione dei parametri imposti dalle autorità ai gestori dell’impianto, i giudici federali hanno respinto le obiezioni relative al rumore, all’ombreggiamento e alla protezione delle acque, del paesaggio e della fauna selvatica. Riguardo invece alla questione dell’aquila reale, che sorvola questo particolare habitat naturale, la corte ha rimandato i relativi approfondimenti alla fase di rilascio del permesso di costruzione.

+ Ecco dove dovrebbero spuntare le turbine eoliche in Svizzera

L’impianto che sorgerà a Montagne-de-Buttes prevede la costruzione di 19 turbine con una produzione annua di 95 gigawattora (GWh). I servizi cantonali neocastellani avevano rilasciato i permessi necessari ai promotori pubblici e provati (Groupe E, Services industriels genevois (SIG) e i comuni neocastellani di La Côte-aux-Fées, Val-de-Travers e Les Verrières), contro cui si erano mobilitati per via amministrativa Helvetia Nostra e numerosi singole e singoli cittadini.

Ricorsi respinti anche per la Montagne de Tramelan

Sorte analoga hanno avuto i due ricorsi presentati all’alta corte contro il parco eolico bernese di Montagne de Tramelan: l’unica concessione agli oppositori ha riguardato la creazione di due discariche temporanee durante i lavori di costruzione, a tutela degli anfibi che vivono nell’area. Nessun riscontro in tribunale hanno invece ottenuto gli argomenti sollevati dalle e dai ricorrenti sul rumore, sulla protezione del paesaggio, sull’illuminazione notturna per la sicurezza aerea e sui pipistrelli.

L eolico in Svizzera
Kai Reusser / swissinfo.ch

Il progetto bernese, più contenuto, prevede la costruzione di 7 turbine eoliche in due siti, con una produzione stimata tra i 27 e i 31 GWh. In seguito al voto positivo dei comuni bernesi di Tramelan e Saicourt, le autorità cantonali avevano rilasciato i permessi all’azienda elettrica bernese BKW, che sta portando avanti il piano insieme ai due comuni interessati. Contro il parco hanno presentato ricorso al TF il comune di Les Genevez (Giura) e diversi privati cittadini e cittadine.

Oppositori in campo nel Giura bernese

Per nulla scoraggiati per l’esito di queste vicende amministrative, gli oppositori a questo genere di impianti si sono mobilitati contro il parco eolico destinato a vedere la luce sul Mont Sujet, nel massiccio del Giura bernese tra il lago di Bienne e il Chasseral, che a loro giudizio snaturerebbe questa regione selvaggia.

L’associazione, che ha promesso di impegnarsi per la tutela di questo luogo bucolico, intende informare la popolazione sulle implicazioni che ruotano attorno a questa proposta.

A suo dire l’impianto sarà visibile da tutta la regione di Chasseral e del lago di Bienne e, oltre alle questioni paesaggistiche, l’infrastruttura è destinato ad avere un impatto enorme sull’ecosistema locale.

Dal profilo economico le e gli oppositori ritengono che questo impianto non sia necessario e che bisognerebbe privilegiare energie alternative di minore impazzo, come quella solare. “Un enorme potenziale di produzione elettrica risiede nel fotovoltaico posato su costruzioni esistenti”, ha sottolineato il fronte delle e dei contrari.

Da parte sua il Groupe E Greenwatt, specializzato nel settore delle energie rinnovabili, ha fatto sapere che il progetto è ancora in una fase embrionale e non sono stati definiti il numero di pale e la loro ubicazione esatta. Anche se la proposta non è certo inedita. Nel giugno 2015 la popolazione del comune Plateau de Diesse si sono espressi in favore della proposta con una maggioranza superiore all’80% in una votazione che aveva solo valo consultivo.

Svizzera in ritardo

Secondo un recente studio del Politecnico federale di Zurigo la Svizzera, che nel confronto internazionale è in posizioni di retroguardia nello sfruttamento dei venti per la produzione di elettricità, dovrebbe avere almeno 760 turbine nel 2050 per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi.

Attualmente (2022) ne esistono solo 41 che producono 0,15 TWh all’anno, vale a dire lo 0,3% del fabbisogno elettrico. L’obiettivo è di arrivare a generare 4,3 TWh, pari al 7% dell’elettricità. Già oggi i nostri vicini fanno meglio: l’eolico in Germania copre il 22% del fabbisogno, in GraFrancia l’8% e in Italia il 7%. La media UE è al 17% ma in Danimarca la quota sale al 55%.

L ubicazione delle future turbine in Svizzera
Reto Spielhofer / ETH Zurich

Offensiva eolica

Ma la strada non è sempre lineare. Per ovviare alle lungaggini burocratiche in giugno le Camere federali hanno approvato, sulla base di un’iniziativa elaborata dalla competente commissione della Camera bassa, un pacchetto finalizzato ad accelerare le procedure di autorizzazione l’approvazione per l’installazione di pale eoliche (la cosiddetta “offensiva eolica”).

In concreto la competenza amministrativa su tutti i progetti in corso di valenza nazionale è stata trasferita dai comuni ai cantoni e le possibilità di ricorso sono state ridotte.

La popolazione chiamata a esprimersi sui vari progetti è generalmente favorevole a questo tipo di infrastrutture ma sono decine le proposte pendenti nelle corti di giustizia federali a causa dei continui ricorsi di associazioni e cittadine e cittadini.

Nelle aree privilegiate per questo tipo di impianti sono le vaste pianure disabitate, non frequenti sul territorio elvetico. Inoltre in queste aree vanno a confliggere con gli interessi dell’agricoltura. Di qui la necessità, vista la morfologia svizzera, di ubicare gli impianti a quote più alte, con pale meno alte e meno potenti.

In proposito il citato studio dell’ETH ha disegnato le aree in cui potrebbero sorge le turbine eoliche: 300 sulle Alpi vallesane e grigionesi, 260 nelle zone pianeggianti dell’Altopiano e altre 200 ai piedi delle Alpi.

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