Lula non può presentarsi come candidato
Luiz Inacio Lula da Silva non può presentarsi come candidato alla presidenza del Brasile nelle elezioni in programma il prossimo 7 ottobre. Lo ha deciso venerdì il Tribunale supremo elettorale.
Per sei voti contro uno, il Tribunale supremo elettorale (Tse) brasiliano ha convenuto che Lula è ineleggibile in base alla cosiddetta “legge della scheda pulita”, che vieta ai cittadini condannati in secondo grado da un tribunale collegiale di presentarsi come candidati alle elezioni.
La corte ha così accolto le impugnazioni presentate contro Lula, a causa della sua condanna penale per corruzione e riciclaggio.
L’ex presidente brasiliano (in carica dal 2003 al 2011) sconta dallo scorso 7 aprile una condanna a 12 anni inflittagli in primo grado dal magistrato simbolo delle inchieste anti-corruzione in Brasile, Sergio Moro, e confermata in secondo grado da un tribunale regionale di Porto Alegre.
Edson Fachin, l’unico magistrato che si è espresso a favore dell’autorizzazione della candidatura di Lula, lo ha fatto in base alla richiesta presentata dal Comitato per i Diritti Umani dell’Onu alle autorità brasiliane, perché garantissero all’ex presidente il pieno esercizio dei suoi diritti civili – compreso il suo diritto a presentarsi come candidato alle presidenziali – finché non saranno esauriti tutti i ricorsi riguardo alla sua condanna.
Fachin ha sostenuto che la richiesta dell’organismo Onu era vincolante per le autorità brasiliane, ma i suoi sei colleghi hanno ribattuto che le richieste del Comitato per i Diritti Umani potrebbero diventare obbligatorie solo se la presidenza brasiliana avesse promulgato i relativi accordi internazionali, già ratificati dal Parlamento.
Questo però non è avvenuto e – ironia della sorte – è stata Dilma Roussef, la compagna di partito di Lula, eletta dopo di lui alla presidenza, la responsabile di questa dimenticanza.
Appena annunciata la bocciatura della candidatura di Lula, il Partito dei Lavoratori ha emesso un comunicato nel quale ha promesso di “continuare a lottare con tutti i mezzi” per la sua candidatura, ma anche se i difensori dell’ex presidente presentassero ricorsi contro la decisione la sua applicazione resta immediata.
L’analisi del corrispondente della RSI:
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