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Edizioni Casagrande, dal Ticino alla scoperta del mercato italiano

Libri dell'edizioni Casagrande.
Casagrande

È una storia ormai lunga più di un secolo quella delle Edizioni Casagrande, la più importante casa editrice del Canton Ticino. È anche una storia di famiglia, iniziata quando Marino Casagrande, figlio di un immigrato da Vittorio Veneto, aprì nel 1924 a Bellinzona una libreria.

Assistito dai fratelli Pierino e Gianni e poi affiancato dal figlio Libero, la libreria Casagrande divenne una vera e propria azienda editoriale, che negli anni del boom economico del secondo dopoguerra curava quella che oggi definiremmo un’intera filiera produttiva. Rimaneva l’originaria libreria (e cartoleria), si affiancò la tipografia che divenne lo spunto per avviare una propria produzione editoriale. Si aggiunsero reparti di eliografia e un negozio di macchine e arredamenti per ufficio.

Con l’apertura di una filiale a Lugano, l’azienda arrivò a contare circa un centinaio di collaboratori. Oggi alla guida dell’azienda c’è Fabio Casagrande, figlio di Libero.

>>Intervista a Fabio Casagrande:

Non è più l’epoca di intere filiere produttive sotto lo stesso tetto ed è rimasta la libreria a Bellinzona e la casa editrice che ha sede a Lumino. Casagrande è oggi un marchio che rappresenta una parte fondamentale dell’identità culturale del Canton Ticino, sia come custodia e testimonianza del passato, sia come continua ricerca di un percorso e di un dialogo legato all’attualità e al futuro.

Una casa editrice storica e dinamica, specialmente in un territorio come l’area ticinese, è infatti un presidio che ricorda che la cultura italiana ha radici e sviluppo anche dove non batte la bandiera tricolore. “Quando un autore ticinese pubblica della buona letteratura è buona letteratura italiana” ci ricorda Fabio Casagrande. La lingua e la narrativa o la poesia italiana hanno un’identità plurale e internazionale, testimoniata in tanti dei libri del marchio editoriale di Bellinzona.

La casa editrice ha consolidato così anche una presenza sul mercato a sud delle Alpi, grazie alla qualità delle proposte (tra cui molti titoli di saggistica) e ad accordi di distribuzione. Como, Milano, Roma e, in genere, il Veneto sono le piazze in cui i libri Casagrande hanno riscosso più successo. I numeri dicono che il pubblico svizzero ama più la lettura di quello italiano, tanto che l’editoria italiana vende in proporzione di più in Ticino che in qualsiasi regione della penisola.

È essenziale però che in una realtà come quella cantonale, non manchi mai un sostegno esterno. “Penso – ha ricordato Fabio Casagrande in occasione dei 100 anni della casa editrice che porta il suo nome – che senza il lavoro volontario di tanti intellettuali, senza l’impegno e la passione di tanti autori e redattori, senza gli aiuti statali della Confederazione, del Cantone e di Pro Helvetia e senza il sostegno di fondazioni e privati, non sia possibile operare in campo editoriale in un’area linguistica minoritaria come la nostra”.

L’editoria vive, o forse sarebbe meglio dire “subisce”, anche nuove sfide imposte dalle tecnologie, ma questo non spegne l’entusiasmo per il libro stampato e la passione per la scrittura che contagia ancora tanti futuri autori.

>>Intervista a Sara Groisman

Secondo Sara Groisman, redattrice e responsabile delle collane di letteratura e saggistica, la scena letteraria locale è vitale. Lo si vede nell’energia che anima i diversi festival ticinesi, tra cui Babel organizzato proprio da Casagrande, e dal costante numero di giovani o nuovi autori che propongono manoscritti. Ma l’editoria non vive di solo di mercato e Casagrande riserva un occhio di riguardo per la scena poetica locale, il cui massimo rappresentante è Fabio Pusterla.

Di recente la casa editrice ha dato alle stampe la raccolta postuma del poeta Aurelio Buletti. “È una pietra miliare nella storia della poesia locale” dice Sara Groisman. La poesia è una nicchia che non genera profitti, ma ribadisce il ruolo di un editore come salvaguardia di storia, arte e cultura e luogo d’incontro tra voci diverse.

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