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Due giovani della Svizzera interna all’origine dell’incendio

Le fiamme al confine tra Ticino e la provincia di Varese.
Le fiamme al confine tra Ticino e la provincia di Varese. © Keystone - Ats / Ti-press

Due svittesi sono stati fermati con l'ipotesi di reato di incendio colposo: hanno agito malgrado il divieto assoluto di accendere fuochi. Intanto il vento non sta aiutando i pompieri.

I lavori di spegnimento dell’incendio divampato domenica sul Monte Gambarogno non si sono arenati ma continueranno ancora per giorni. A preoccupare sono soprattutto tre focolai, che hanno implicato l’abbandono temporaneo delle case di Indemini – al confine tra Ticino e la provincia di Varese – da parte degli abitanti del luogo. Ma desta timori anche il forte vento che oggi pomeriggio, così come ieri e lunedì, ha complicato ulteriormente le operazioni di spegnimento, in particolare quelle degli elicotteri.

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Centrale, ai fini degli interventi in corso, è la presenza del Lago Maggiore e quella del Lago d’Elio, in territorio italiano. Ed è proprio da oltrefrontiera che è arrivato sostegno sotto varie forme: uomini, acqua, ma anche due velivoli canadair. Aiuti che si sono rilevati preziosi ma che non portano a valutare un cambio di strategia a livello cantonale in caso di emergenze di questo tipo. 

 Sviluppi nell’inchiesta sulle cause

Intanto prosegue l’inchiesta sui motivi che hanno portato alle fiamme. Secondo gli esperti, alla radice del dramma ci sarebbe stato un fuoco acceso – malgrado il divieto assoluto – nel corso di un bivacco notturno. Due giovani del canton Svitto di 26 e 28 anni sono infatti stati fermati con l’ipotesi di reato di incendio colposo. Per ora, per loro, non è però prevista nessuna misura restrittiva della libertà. 

I dettagli nel servizio odierno del Quotidiano.

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Fiamme anche nel Mendirisotto

Oltre al fuoco di vaste proporzioni che ha colpito il Gambarogno, in Ticino c’è oggi stato però anche un altro incendio. Le fiamme sono infatti divampate nel pomeriggio di oggi pure nei boschi di  Caneggio, nella Valle di Muggio. Una zona che, seppur di facile accesso, fortunatamente non è abitata. Un picchetto sorveglierà stanotte l’area per evitare che il forte vento alimenti il disastro; i lavori di spegnimento riprenderanno poi domani mattina.

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