Il primo e il secondo lockdown dovuti al coronavirus hanno avuto un effetto positivo sulla libido degli svizzeri. È quanto suggerisce l'ultima statistica della popolazione e delle economie domestiche.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Secondo i dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica (UST), durante il 2021 ci sono stati due picchi di nascite, da gennaio ad aprile e da agosto a dicembre, corrispondenti a concepimenti rispettivamente da aprile a luglio 2020 e da novembre 2020 a marzo 2021, ossia nei periodi in cui nel Paese le autorità hanno introdotto dei lockdown.
Nel dettaglio, lo scorso anno sono stati registrati 89’400 nati vivi, ossia il 4,1% in più rispetto al 2020. Un numero così elevato di nascite, sottolinea oggi l’UST in una nota, non si vedeva dal 1972 e un incremento così importante dal 1988.
Nel 2021 il numero medio di figli per donna si è attestato a 1,51, contro l’1,46 del 2020. A eccezione di Nidvaldo e Obvaldo, tutti i cantoni hanno registrato un aumento delle nascite.
Queste cifre vanno però relativizzate: se anche su base annuale c’è stato un aumento per i motivi di cui sopra, la tendenza generale, seppur con alcune fluttuazioni nel corso dei decenni (la più famosa di tutte il baby boom dopo la Seconda guerra mondiale, che però non è presente nei nostri grafici qui sotto), è al ribasso. Nel 1970, per esempio, nascevano 16 bambini ogni 1’000 abitanti. Cifra che è scesa a 10 nel 2021.
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Anche se nel 2021 si è constatato sul fronte dei decessi un miglioramento rispetto al 2020, i numeri sono ancora nettamente più alti del 2019, ossia quando la pandemia ancora non c’era: le cifre indicano che nel 2021 sono morte 71’100 persone, ovvero 5’100 (6,7%) in meno rispetto all’anno precedente, ma 3’300 in più (+4,9%) rispetto al 2019.
Dopo essere diminuito bruscamente nel 2020 a causa dell’aumento dei decessi, nel 2021 l’incremento naturale, ossia la differenza tra le nascite e i decessi, è salito nuovamente e si è attestato a quota 18’300, un dato simile a quello del 2019 (18’400). Da notare che in Ticino e nei Grigioni – come a Sciaffusa, Glarona e Giura – il saldo naturale è risultato negativo (sono morte più persone di quelle che son nate).
Nel 2021 la speranza di vita è tornata ad aumentare, ma per gli uomini non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemici. I rappresentanti del sesso maschile, alla nascita possono sperare di vivere 81,7 anni (erano 81,1 nel 2020 e 81,9 nel 2019), le donne 85,7 contro gli 85,2 nel 2020 e gli 85,6 nel 2019.
Anche l’immigrazione fa fluttuare la statistica sull’immigrazione: sempre nel 2021, sono arrivate nella Confederazione 22’300 persone che avevano il passaporto rossocrociato e 143’300 stranieri, per un totale di 165’600 (+1,5%). Hanno invece lasciato il Paese 114’600 persone (svizzeri: 28’700; stranieri: 85’900), dato corrispondente a un aumento del 4,8%. Il saldo migratorio è quindi diminuito, passando da 53’800 nel 2020 a 51’000 nel 2021 (-5,3%).
La popolazione residente permanente della Svizzera ammontava così al 31 dicembre 2021 a 8’736’500, pari a un aumento in un anno di 66’200 unità (+0,8%). Un incremento demografico che, precisa l’UST, è leggermente superiore a quelli registrati nei tre anni precedenti.
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