Disuguaglianze di genere esacerbate dal Covid-19
La pandemia ha acutizzato le disparità legate al sesso sul posto di lavoro, denuncia martedì il sindacato Travail.Suisse.
Le condizioni di lavoro in questi ultimi 18 mesi si sono profondamente modificate. Un cambiamento di cui hanno approfittato soprattutto gli uomini, secondo le conclusioni a cui giunge il rapporto 2021 sulle condizioni di lavoro del sindacato Travail.Suisse.
Tra gli aspetti positivi sottolineati dal sindacato, vi sono ad esempio la comunicazione nella gestione di crisi da parte dei datori di lavoro, ritenuta buona dal campione di 1’413 persone intervistate per lo studio, o l’estensione della disoccupazione parziale e la rapida ripresa economica, che trasmettono una sensazione di sicurezza dell’impiego.
Globalmente, però, “lo stress non è mai stato così elevato; quasi il 45% dei salariati si sente spesso stressato dal proprio lavoro. I rischi per la salute sono immensi e non vengono presi sul serio sul posto di lavoro”, dichiara Gabriel Fischer, responsabile della politica economica a Travail.Suisse, citato in una notaCollegamento esterno.
Tuttavia, ad esserne più colpite sono le donne. “La pandemia ha ulteriormente esacerbato le disuguaglianze tra i sessi nel mondo del lavoro”, prosegue il comunicato.
Sul posto di lavoro c’è una mancanza di sensibilità per le questioni legate al genere e in diversi settori le donne sono confrontate con grandi ostacoli per quanto concerne l’avanzamento di carriera.
“In questo anno di anniversari dell’uguaglianza [50 anni di diritto di voto alle donne, 30 anni dallo sciopero delle donne e 25 anni dalla legge sull’uguaglianza, ndr], il quadro della parità nel mondo del lavoro è chiaramente insoddisfacente. Ora è necessario un vero sforzo da parte della politica e dell’economia per compiere infine dei progressi”, sottolinea Léonore Porchet, consigliera nazionale e vicepresidente di Travail.Suisse.
Problemi per conciliare lavoro e vita privata
Dallo studio emerge anche la persistenza di diversi problemi per conciliare il lavoro con determinati aspetti della vita privata.
“Ad esempio, un terzo dei salariati e delle salariate sono spesso troppo esausti dopo il lavoro per occuparsi dei loro affari privati o familiari. Soprattutto nelle famiglie con bambini, i problemi per conciliare i due aspetti sono all’ordine del giorno”, si legge nel comunicato.
Per Adrian Wütrich, presidente del sindacato, è più che mai urgente che la politica fissi delle condizioni quadro più adeguate, ad esempio potenziando sul lungo termine il finanziamento delle strutture di accoglienza parascolastiche.
Telelavoro, bilancio in chiaroscuro
Per quanto concerne il lavoro a domicilio, il quadro che esce dal rapporto è in chiaroscuro.
Da un lato, il fatto di non dover effettuare spostamenti e la tranquillità che regna tra le quattro mura di casa sono aspetti assai apprezzati. Dall’altro, però, vi sono anche aspetti negativi: mancanza di contatti sociali, ergonomia inadeguata e difficoltà di separare chiaramente lavoro e vita privata.
Per Travail.Suisse, la lezione di questa pandemia è che il telelavoro deve essere regolamentato meglio, ad esempio limitando il numero giorni di lavoro da casa e garantendo il diritto dei salariati e delle salariate a disconnettersi.
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