Il penitenziario Sennhof di Coira, nei Grigioni, compie 200 anni. Per celebrare la ricorrenza, il Cantone ha pubblicato un libro che ripercorre la storia di come, da una latteria del Seicento, sia stato ricavato un luogo di espiazione. Il Telegiornale della Radiotelevisione svizzera RSI ha incontrato la direttrice del carcere.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 21.06.2017)
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Ines Follador ci fa osservare come l’età del penitenziario sia piuttosto evidente: “Che la struttura sia vecchia si vede dagli spazi stretti. Qui tutto è costruito in modo stretto. I corridoi, le scale, le celle, edificate troppo piccole. Ci servono più grandi. Abbiamo bisogno di più spazio.”
Una storia da scriverci un libro
I due secoli di storia del Sennhof sono anche in un volume nel quale foto, documenti e altri reperti rievocano l’esistenza di celle collettive e lavori forzati, e mostrano come il Sennhof sia sempre stato un po’ inadatto.
“Questa struttura non è mai stata pienamente moderna. Nel sedicesimo secolo non è stato costruito come carcere. Qui c’era una latteria. Si è acquistato lo spazio e si è trasformato in penitenziario. Non è stato concepito come prigione”.
Chi vi ha lavorato, ha fatto il possibile per stare al passo con i tempi, trasformando le parti più vecchie -come la torre- e aprendo le porte a una moderna esecuzione della pena.
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Esecuzione della pena ieri e oggi
“I bisogni sono cambiati”, osserva Ines Follador. “Un tempo il carcere era isolamento, era lavoro senza poter parlare. Oggi invece conta anche la risocializzazione. I detenuti devono sì lavorare, ma si lavora anche con loro. Per questo devono cambiare anche gli spazi. E cambiare, qui nella città vecchia di Coira, non è più possibile”.
Per questo, tra due anni, i Grigioni avranno un nuovo carcere. Il Sennhof chiuderà per poi aprirsi a una nuova vita.
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