Da 75 anni dà un tetto a giovani madri in difficoltà
Casa Santa Elisabetta aiuta donne, bambini e famiglie a ritrovare stabilità. È nata grazie ad un frate cappuccino, che sfidò i pregiudizi e le maldicenze.
È un vocìo che echeggia ogni giorno in questo giardino di una casa sulle colline di Lugano. Voci di bambini che non vedremo. Perché qui vivono protetti e accuditi, lontano per qualche tempo da mamma e papà.
Altri sviluppi
Un’educazione senza schiaffi
L’istituzione di cui parliamo si chiama Casa Santa ElisabettaCollegamento esterno ed è in grado di ospitare fino a dieci mamme con i propri figli. Ma anche bambini che sono stati allontanati temporaneamente dai genitori. E se il suo servizio può sembrare scontato, in realtà si è trattato di una conquista sudata. La si deve al suo fondatore, un frate cappuccino ticinese, che 75 anni fa sfidò la società e i suoi pregiudizi verso le gravidanze inattese.
Il sostegno che la struttura offre è il frutto di una processo condotto in collaborazione dalla famiglie e dalle autorità. Queste ultime decidono per la collocazione nella casa, così da aiutare i genitori a ritrovare se possibile la forza e la serenità e quindi il loro ruolo.
La storia della struttura nel servizio del Quotidiano:
Oggi ci sono quattro punti di incontro sparsi sul territorio. Sono spazi neutri dedicati agli incontri fra i genitori non affidatari e i loro figli, sorvegliati da personale qualificato. Sono volti a recuperare la genitorialità. Un servizio garantito tramite un mandato di prestazione concesso dall’autorità cantonale.
Altri sviluppi
Non è un Paese per bambini
Un equilibrio delicato dentro una rete di aiuti intessuta fra l’associazione e i servizi cantonali dal 1987, data del riconoscimento da parte dello Stato. Da allora le autorità regionali di protezione lavorano gomito a gomito con il personale, oggi una quarantina di operatori sociali e sanitari.
Che cosa rimane dell’eredità di Padre Aurelio? Oggi come allora, all’ospite che varca la soglia di questa casa è chiesto di fare un percorso in comune, con l’obiettivo di ritrovare la strada giusta.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.